RICERCA – La storia della vita sulla terra è costellata di eventi catastrofici che causarono la scomparsa della maggior parte degli organismi, vegetali e animali, fino a quel momento esistenti: si tratta delle estinzioni di massa, fenomeni che, secondo quanto raccontato dalle testimonianze fossili, sarebbero avvenuti almeno cinque volte negli ultimi 500 milioni di anni. La più imponente di queste è la cosiddetta grande estinzione del Permiano, in seguito a cui si estinsero circa il 96-98% delle specie marine e oltre il 70% di quelle terrestri.
Questo drammatico evento di crollo della biodiversità a livello globale ha segnato il passaggio tra il Periodo Permiano e il Triassico, dando formalmente inizio all’Era Mesozoica, quella dominata dai dinosauri sulle terre ferme e dai grandi rettili marini (ad esempio, plesiosauri e ittiosauri) negli oceani. Questo evento fondamentale per la storia della vita sul nostro pianeta si verificò intorno a 252 milioni di anni or sono, ma un interessante studio sui Proceedings of the National Academy of Sciences ha ora sancito una datazione ancora più precisa, corredata da una minuziosa cronologia dell’estinzione.
Secondo alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, di Cambridge (USA), l’estinzione sarebbe avvenuta tra tra 251.941.000 anni fa e 251.880.000 anni fa: la durata complessiva dell’evento sarebbe stato circa di 60.000 anni, decisamente inferiore a quanto ritenuto finora per aver causato un tale declino delle forme di vita allora esistenti. La precisa datazione sarebbe stata possibile grazie a approfondite analisi su decadimento di uranio e piombo di serie stratigrafiche risalenti al passaggio Permiano-Triassico e localizzate nella regione di Meishan, in Cina. Le analisi hanno inoltre consentito di confermare che le cause di questa estinzione di massa sarebbero legate al repentino cambiamento della concentrazione di anidride carbonica sia in mare che nell’atmosfera, i cui livelli volatili furono poi ristabiliti entro circa 500.000 anni. La biodiversità animale avrebbe invece impiegato alcuni milioni di anni per riprendersi dall’evento.
Questa nuova cronologia, se affiancata ad informazioni di altra natura, consentirà di approfondire ulteriormente il più grande fenomeno di estinzione mai accaduto finora e di individuarne meglio cause e meccanismi. Inoltre, la nuova metodologia adottata potrà essere da oggi applicata anche agli altri eventi fondamentali della storia della vita sulla terra.
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