SALUTE

Retina in 3D creata in laboratorio

11774111985_16b3bbfe7a_z

SALUTE – A partire da cellule staminali umane, un team di ricercatori della Johns Hopkins University ha creato in laboratorio un complemento tridimensionale di tessuto retinico, con fotorecettori sensibili in grado di rispondere alla luce (in modo analogo ai bastoncelli umani), il primo requisito fondamentale per poterla convertire in immagini visive.

Come molti altri processi del corpo umano, la visione è legata a diversi tipi di cellule, che in questo caso lavorano convertendo la luce in qualcosa che, il cervello, riconosce poi come un’immagine. Come sottolinea M. Valeria Canto-Soler, una degli autori dello studio, i fotorecettori sono tuttavia solo una parte del complesso percorso occhio-cervello, e la ricerca non è ancora riuscita nell’intento di ricreare tutte le funzioni visive fino alla corteccia cerebrale. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, rappresenta il primo passo della ricerca per aiutare le persone colpite da malattie della retina, come la retinite pigmentosa. Futuri sviluppi potrebbero permettere la sperimentazione, in quest’ambito, su tessuti generati a partire da cellule umane e non su modelli animali.

Gli scienziati sono partiti da esperimenti con cellule staminali pluripotenti indotte umane (iPS),cellule adulte geneticamente riprogrammate per portarle al loro stadio più primitivo. In determinate condizioni, le iPS possono svilupparsi in tutti o quasi i 200 tipi di cellule del corpo umano; nello studio della Johns Hopkins, i ricercatori le hanno usate per generare cellule progenitrici della retina, destinate a formare il tessuto fotosensibile all’interno dell’occhio. Il team di Canto-Soler ha così visto crescere una retina in laboratorio, all’interno delle piastre petri. Lo sviluppo del tessuto, spiega il leader dello studio Xiufeng Zhong, procedeva alla stessa velocità con cui avviene nel feto all’interno dell’utero. I fotorecettori, inoltre, erano sufficientemente maturi da sviluppare i segmenti esterni, strutture essenziali per svolgere la loro funzione.

Il tessuto retinico è molto complesso e formato da sette tipologie principali di cellule, tra le quali sei diversi tipi di neuroni, organizzati in specifici strati cellulari che assorbono e processano la luce, trasmettendo i segnali visivi al cervello dove vengono interpretati. “Sapevamo che era necessario ricreare una struttura tridimensionale della retina umana”, spiega Canto-Soler, “ma quando abbiamo iniziato lo studio, non pensavamo che le cellule staminali sarebbero state in grado di originare una retina quasi autonomamente. Nel sistema, in qualche modo le cellule sapevano cosa dovevano fare”.

Crediti immagine: wwarby, Flickr

Condividi su
Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".