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Orologio biologico: anche il cibo vuole la sua parte

6795353385_0c45667c22_bSCOPERTE – Anche il cibo vuole la sua parte. A regolare il nostro ritmo circadiano, l’orologio interno presente in molti organismi, non ci sarebbe solo la luce, ma anche l’alimentazione. A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori delle Università giapponesi Yamaguchi e Saga, in un articolo pubblicato su Current Biology.

Il ritmo circadiano è un particolare orologio che regola i ritmi quotidiani, come funzioni biologiche e comportamenti. In particolare, questo sistema modifica l’espressione genica causando picchi di attivazione in momenti precisi della giornata, in modo che le attività e le funzioni dei diversi tessuti e organi seguano l’alternanza di luce e buio. Per questo la luce ha un’influenza fondamentale su questo orologio e permette di tenere conto delle variazioni di luce con il cambio delle stagioni.

Se il ruolo della luce era già stato dimostrato, numerose ricerche stanno ora indagando l’influenza di altri fattori. Un interesse non banale, dal momento che un malfunzionamento del ritmo circadiano, e quindi la mancata sincronizzazione tra ritmi fisiologici e ambientali, riduce le prestazioni fisiologiche e aumenta fortemente il rischio di diversi disturbi. Sonno, diabete, malattie cardiovascolari e cancro: queste le possibili conseguenze secondo Makoto Akashi, tra gli autori della ricerca.

Uno dei fattori che sicuramente ha un’influenza sul metabolismo di un organismo è il cibo: ecco quindi l’idea da parte dei ricercatori di studiare il rapporto tra alimentazione e ritmo circadiano.

Il team ha effettuato esperimenti sia su topi che su colture cellulari murine, scoprendo che l’insulina, l’ormone secreto dal pancreas durante l’alimentazione, è coinvolto nella regolazione dell’orologio biologico.

Akashi ha spiegato la probabile ragione: “La regolazione del funzionamento dell’orologio circadiano mediata dall’insulina è rilevante per i tessuti coinvolti nell’alimentazione e consente la sincronizzazione tra il pasto e la funzione di quei tessuti”. Dunque è un modo per digerire e assorbire i nutrienti in modo efficace.

Questa scoperta non è solamente utile per capire la relazione tra orologio biologico e alimentazione, ma può fornirci alcuni suggerimenti su quale dieta adottare. “Per esempio – spiega Akashi – se si soffre di jet lag la cena deve essere arricchita con ingredienti che promuovono la secrezione di insulina, che potrebbe portare a un anticipo di fase dell’orologio circadiano, mentre una colazione di questo tipo farebbe l’opposto”.

Ovviamente questi suggerimenti dipendono anche dalle caratteristiche del singolo individuo: una persona con diabete di tipo II, soffrendo di insulino-resistenza, potrebbe avere un malfunzionamento dell’orologio biologico.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagine: Jlhopgood, Flickr

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88