SPECIALI – In Italia sono quasi 3 milioni gli ettari di superficie che fanno parte di aree protette. Parchi, riserve, aree naturali sono mete turistiche sempre più ambite nel nostro Paese, con milioni di visitatori l’anno. Si tratta di un turismo all’aria aperta, a contatto con la natura, ma non sempre questo è sinonimo di sostenibilità. Ed è proprio per incoraggiare un turismo che sia sostenibile per le aree protette ma anche favorevole per l’economia locale che nasce la Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS) nelle aree protette. Si tratta di uno strumento metodologico che coglie le sfide lanciate dal Summit della Terra di Rio del 1992 e che rientra tra le priorità del programma “Parks for life” dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. In cosa consiste e come è stata applicata in Italia? Ne abbiamo parlato con Valentina Castellani, ricercatrice del GRISS, Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile del Dipartimento di Scienze ambientali dell’Università Milano-Bicocca.
Da dove nasce la Carta Europea per il Turismo Sostenibile?
Nasce dall’Agenda21, promossa durante il Summit di Rio del 1992. Si tratta di un programma, una serie di cose da fare e degli obiettivi mondiali da raggiungere durante il 21esimo secolo per promuovere uno sviluppo sostenibile. Dall’Agenda21 mondiale sono nate poi diverse azioni locali e iperlocali, seguendo lo slogan “pensare globalmente, agire localmente”. Sono stati creati quindi dei tavoli di lavoro partecipati, con l’obiettivo di creare dei piani d’azione volti allo sviluppo sostenibile insieme a tutti i soggetti del territorio. La Carte Europea per il Turismo Sostenibile nasce dallo stesso principio dell’Agenda21 ma accoppia a questi elementi un sistema di certificazione, molto simile a quello delle certificazioni ambientali. L’obiettivo è quello di ottenere un “bollino”, cioè una certificazione come destinazione di turismo sostenibile. La CEST nasce per i parchi e i grandi parchi, ma in Italia è stata applicata anche a sistemi di parchi più piccoli.
Come si può ottenere questa certificazione?
Il parco deve innanzitutto aderire a dieci principi (qui l’elenco) e deve elaborare, coinvolgendo tutti i soggetti interessati nel territorio del parco, un piano d’azione della durata di cinque anni che descriva le attività previste per favorire il turismo sostenibile, e i finanziamenti previsti per attuarli. Federparchi, che gestisce le certificazione per l’Italia, valuta il piano d’azione e conferisce il “bollino” per i successivi cinque anni, durante i quali il parco si deve impegnare a realizzare quanto pianificato. Passato questo tempo, ci sarà una nuova verifica, non più su quanto pianificato ma su quanto attuato e la certificazione potrà essere rinnovata o meno.
Perchè proprio i parchi, notoriamente già virtuosi, e non le località del turismo di massa?
Questa in realtà è una percezione abbastanza comune ma che non è così vera. Rimini, ad esempio, la destinazione italiana del turismo di massa per eccellenza, dal 2001 è impegnata in un programma di sostenibilità del proprio turismo. Esiste una carta che è stata firmata a Rimini nel 2001, chiamata appunto Carta di Rimini, nella quale molte destinazioni molto gettonate, come ad esempio località di mare, si impegnano a diminuire il proprio impatto ambientale. La provincia di Rimini, inoltre, ha finanziato negli anni diverse azioni rivolte alle sostenibilità dei propri alberghi e delle strutture balneari, come ad esempio il progetto “bagnino eco-sostenibile“. Se invece si considerano alcune destinazione delle prealpi italiane, anche se il problema apparentemente sembra non esistere in realtà c’è. I piccoli paesini di montagna, infatti, hanno come unico modo per aumentare le entrare quello di puntare sugli oneri di urbanizzazione e quindi costruire nuove strutture. L’idea della regione Lombardia di estendere la Carta Europea anche a parchi che non fossero solo i parchi nazionali ma anche le piccole riserve nasce proprio da qui.
Pianificazioni certificate, quindi, verso il turismo sostenibile che si sono tradotte in azioni concrete?
L’aspetto positivo della Carta Europea del Turismo Sostenibile è quella di aver portato alla stesura di questi piani di azioni molto articolati, che, essendo appunto strutturati molto bene con linee guida e progettazione ben definite, hanno attirato molti finanziamenti regionali e internazionali. Noi stiamo lavorando attualmente ad un progetto transfontaliero Italia-Svizzera che nasce proprio da questi finanziamenti. Si tratta della creazione di percorsi transfontalieri orientati a una fruizione sostenibile del territorio: percorsi in bici, percorsi di trekking e percorsi a cavallo.
Se siete interessati ad una vacanza tutta all’insegna della natura e della sostenibilità, potete cosultare l’elenco dei parchi che hanno ottenuto la certificazione CEST e delle strutture ricettive segnalate dalle diverse aree protette. Buone vacanze!
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.
Crediti immagine: Morado Sur, Flickr