SCOPERTE – Creata una molecola sintetica in grado di fare autodistruggere le cellule tumorali. Come ci riesce? Facendo convogliare da appositi trasportatori grandi quantità di ioni sodio e cloro dentro le cellule. Questo il risultato di uno studio pubblicato su Nature Chemistry da un gruppo di ricerca internazionale. Una scoperta interessante perché è la prima volta che trasportatori sintetici mostrano una reale attività biologica, inducendo l’autodistruzione delle cellule cancerose.
L’idea di un trasportatore di ioni per combattere il cancro non è nuova: l’intuizione di ormai due decenni fa si basa sul fatto che per sostenere processi vitali come proliferazione, differenziazione e morte cellulare programmata (apoptosi) sia necessario mantenere l’equilibrio degli ioni dentro le cellule. I trasportatori hanno infatti un ruolo importante nel far morire le cellule danneggiate e ci sono evidenze che le cellule tumorali abbiano flussi ionici degenerati a causa di trasportatori malfunzionanti. Da queste osservazioni è arrivata la scoperta di una sostanza naturale, chiamata prodigiosina, che si comportava come un trasportatore dagli effetti antitumorali.
Da quel momento si sono intensificati gli studi per ricreare questo meccanismo in trasportatori sintetici che potessero svolgere la stessa funzione in maniera più efficace. Nella nuova ricerca è stato creato un trasportatore sintetico che si lega a ioni cloruro. Un cerchio che si chiude perché, come afferma Jonathan Sessler, tra i principali autori dello studio,”il meccanismo di afflusso di cloruro nella cellula da un trasportatore sintetico effettivamente innesca l’apoptosi“.
I ricercatori hanno infatti osservato che la concentrazione ionica delle cellule tumorali cambiava prima della morte cellule e non era un suo semplice effetto collaterale. Un successo, visto che finora non era mai stato possibile dimostrare una correlazione diretta tra cambio di concentrazione ionica e citotossicità.
Il risultato dello studio rappresenta solo un piccolo passo: la molecola induce morte cellulare sia nelle cellule tumorali che in quelle sane e potrà diventare terapia solo quando verranno trovati trasportatori in grado di legarsi unicamente alle cellule malate. Ma dimostra che il meccanismo funziona veramente. “Questo è emozionante” ha concluso Sessler, perché rende valida un’idea che per vent’anni non si era riusciti a dimostrare. Mentre oggi sappiamo che agire sul trasporto ionico per sviluppare farmaci antitumorali è un approccio non solo teorico, ma fattibile.
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