AMBIENTE – Le balenottere azzurre, la specie Balaenoptera musculus, sono state cacciate quasi fino all’estinzione. La situazione di questi cetacei è a oggi, globalmente, tutto fuorché rosea, con un’unica eccezione: la popolazione californiana. Dove potete avvistarla? Secondo gli esperti, le migliori occasioni capitano a 30/50 chilometri dalla costa, nelle aree in cui vanno a nutrirsi.
Secondo una nuova ricerca dell’Università di Washington, in California le balenottere azzurre sono riuscite a riprendersi nonostante siano minacciate anche dagli impatti con le imbarcazioni. Un pericolo in più, che conta ancora incidenti ben al di sopra dei limiti previsti dallo U.S. Marine Mammal Protection Act (tre animali l’anno, mentre si stima ne vengano colpiti almeno 11), ma non sembra per ora impedire il recupero dei cetacei. “La ripresa delle balenottere azzurre californiane dopo le perdite determinate dalla caccia dimostra che le popolazioni, grazie a un’adeguata gestione e a misure di conservazione, è in grado di ‘riorganizzarsi’”, spiega Cole Monnahan, leader dello studio sulle balenottere azzurre pubblicato sull’ultimo numero della rivista Marine Mammal Science.
Secondo i modelli elaborati dai ricercatori, l’attuale numero dei cetacei si aggira intorno ai 2.200 esemplari: si tratta del 97% dei livelli storici, e potrebbe sembrare esiguo. Non lo è, una volta scoperto che solamente tra il 1905 e il 1971 sono state catturate circa 3.400 balenottere azzurre californiane (i dati fanno riferimento a uno studio pubblicato quest’estate su PLoS ONE). “Considerando queste 3.400 catture, a fronte delle 346.000 nelle zone prossime all’Antartide, diventa chiaro quanto più piccola fosse la popolazione californiana”, spiega Trevor Branch, tra i co-autori dello studio.
Una balenottera azzurra è lunga circa 30 metri, per oltre 190 tonnellate di peso una volta raggiunta l’età adulta. Si tratta del più grande animale sul nostro pianeta, ed è stata dichiarata specie protetta unicamente al termine degli anni Sessanta, dopo decenni di caccia intensiva. I numeri del fenomeno sono rimasti sconosciuti per molti anni: un esempio esplicativo sono quelli riguardanti la Russia, i cui registri della caccia erano classificati come segreti. Quelli pubblici erano inaccurati e incompleti, ma le autorità non lo ammisero fino alla fine degli anni Novanta.
Crediti immagine: NOAA Photo Library, Wikimedia Commons
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