WHAAAT?

Se i vostri figli assomigliano al suo ex

141001090238-largeWHAAAT? Il venerdì casual della scienza – I vostri figli somigliano più all’ex della vostra compagna di quanto non somiglino a voi: cose spiacevoli che possono succedere, se siete una mosca australiana. Lo hanno scoperto tre ricercatori della University of New South Wales di Sidney, rispolverando il termine telegonia dopo lunghe osservazioni della specie Telostylinus angusticollis, un dittero slanciato e dalle lunghe zampe.

Si tratta di una forma di eredità non-genetica, spiegano Angela Crean, Russel Bonduriansky e Anna Kopps: le dimensioni del corpo della progenie di queste mosche sono infatti determinate dal primo maschio con il quale la femmina si accoppia, e non dal secondo, il genitore. “La nostra scoperta complica l’intera conoscenza che abbiamo riguardo alle modalità di trasmissione di generazione in generazione, ma apre anche una serie di nuove eccitanti possibilità e linee di ricerca. Proprio quando pensiamo di aver capito come funzionano le cose, la natura ci lancia una palla curva e ci mostra quanto ancora abbiamo da imparare”, commenta Crean, che ha guidato i colleghi nello studio, pubblicato sulla rivista Ecology Letters.

La loro proposta è che le caratteristiche del primo partner arrivino alla progenie del secondo in questo modo: quando le mosche si accoppiano, le molecole contenute nel liquido seminale del maschio vengono assorbite dalle cellule uovo immature, rimanendovi fino a influenzare la crescita della progenie del maschio successivo. Per poter osservare le caratteristiche delle mosche in maniera più chiara, i ricercatori sono intervenuti sulla loro alimentazione: sottoponendole a diete differenti quando ancora erano solamente larve, sono così riusciti a creare maschi adulti molto diversi per dimensioni. Alcune delle mosche sono infatti cresciute fino a diventare significativamente più grandi delle altre.

Una volta divenuti adulti i maschi, i ricercatori hanno fatto accoppiare un campione di femmine immature con individui piccoli oppure grandi. L’accoppiamento è stato ripetuto, in seguito, ad avvenuta maturazione, per studiare le caratteristiche della progenie e osservare se fossero quelle dei primi o dei secondi partner sessuali. “Abbiamo scoperto che anche se il genitore era il secondo maschio, le dimensioni della prole erano determinate da ciò che aveva mangiato il primo quando era una larva”, spiega Crean.

“Sappiamo che le caratteristiche che vengono ereditate di generazione in generazione non sono influenzate unicamente dai geni, che si trovano nei genitori e poi nei figli. Svariati meccanismi non-genetici fanno sì che i fattori ambientali materni o paterni possano influenzare gli attributi della progenie”. Nelle mosche della specie Telostylinus angusticollis, ad esempio, quando un maschio si nutre in abbondanza allo stadio larvale la sua progenie avrà di conseguenza grandi dimensioni. “Non sappiamo ancora se questo meccanismo possa estendersi anche ad altre specie”, conclude Crean.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Credit:i immagine Russell Bonduriansky

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".