SALUTE

Chirurgia della mammella: nuovi metodi di localizzazione delle masse tumorali

Mammo_breast_cancerSALUTE – Un aiuto efficace e meno invasivo per guidare la mano del chirurgo in sala operatoria. È l’obiettivo di due studi presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium, la conferenza annuale dell’Associazione americana del cancro al seno organizzata tradizionalmente nella città texana. Uno impiega un piccolo reflettore elettromagnetico che può essere impiantato direttamente in sede radiologica, l’altro ricorre a un tracciatore magnetico a base di ossido di ferro. In entrambi i casi, i dati preliminari lasciano intravvedere concrete possibilità di utilizzo in un prossimo futuro.

Un terzo dei tumori della mammella che ogni anno vengono diagnosticati non sono palpabili, il che significa che vengono individuati attraverso lo screening mammografico. L’asportazione chirurgica di questi piccoli tumori dà risultati molto positivi in termini di guarigione, ma è essenziale che si asportino tutte le cellule cancerose e non si lasci nulla indietro. Per questo motivo, la chirurgia fa ricorso a metodi di individuazione delle piccole masse attraverso l’impiego di marcatori radioattivi o la localizzazione filoguidata.

Secondo uno dei due autori degli studi presentati a San Antonio, il chirurgo Charles Cox dell’Università della South Florida, “il problema con i materiali radioattivi è che funzionano molto bene da localizzatore, ma rimane sempre la paura di mettere qualcosa di radioattivo all’interno del corpo del paziente”. Secondo Cianna Medical, l’azienda con cui ha collaborato, dei 174 mila casi di chirurgia conservativa del seno che vengono praticati ogni anno negli Stati Uniti, il 30% richiede un secondo intervento perché non tutte le cellule cancerose sono state asportate nel primo.

Con l’altro metodo, ha sottolineato l’autore Muneer Ahmed del King’s College di Londra, “la localizzazione filoguidata obbliga a inserire il filo e praticare la chirurgia nello stesso giorno e presenta altre difficoltà tecniche con il risultato che nel 50% dei casi si torna a incidere”. Un po’ più pessimista sul fronte dei numeri, ma comunque mette in evidenza un punto chiave.

Le tecnologia che ha messo a punto Cox collaborando con la Cianna Medical, un’azienda americana specializzata in macchinari medici, si chiama SAVI Scout e utilizza un reflettore elettromagnetico da inserire direttamente dentro alla massa tumorale durante la mammografia. Un terminale, che assomiglia a quello usato per le ecografie, individua il tumore emettendo luce infrarossa e segnali acustici, aiutando il chirurgo a individuare correttamente dove intervenire. Uno dei vantaggi di questa procedura, oltre che risultare meno invasiva, è che il reflettore può essere impiantato fino a una settimana prima dell’intervento chirurgico (anche se nello studio presentato, l’impianto è avvenuto mediamente 1,1 giorni primi dell’intervento chirurgico).

Nel trial presentato al Symposium di San Antonoi, 24 pazienti sono stati sottoposti alla chirurgia con questa tecnologia e in tutti i casi il reflettore è stato rimosso senza problemi dopo l’intervento. Solo una paziente è dovuta tornare sul tavolo operatorio per una seconda escissione.

Lo studio di Ahmed, invece, è stato condotto in collaborazione con l’azienda Endomagnetics Ltd., che ha prodotto il detector, anch’esso basato sull’impiego di onde elettromagnetiche. Nel trial con 20 pazienti, il successo di individuazione è stato del 100%, con solamente due casi che hanno necessitato una seconda escissione.

“Il problema che dobbiamo affrontare ora”, ha spiegato Cox, “è capire quanto questo sistema possa venire a costare per riuscire a portarlo sul mercato con un prezzo abbordabile”. Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’Associazione Italiana Registro Tumori, nel 2013 i nuovi casi di tumore della mammella sono circa 48 mila, di cui circa uno su tre non palpabili.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Immagine: Public domain, Wikimedia Commons

Condividi su
Marco Boscolo
Science writer, datajournalist, music lover e divoratore di libri e fumetti datajournalism.it