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Ancora sui diritti giuridici degli animali: il caso Sandra

Al contrario di Tommy, l'orango Sandra è stato riconosciuto come "persona non umana" da un tribunale argentino

3956298644_6e89044be1_zATTUALITÀ – Sono passati solo pochi giorni dalla sentenza della Corte Suprema di New York che negava a Tommy, uno scimpanzé che vive in cattività da 26 anni, lo status di persona giuridica e, di conseguenza, il diritto alla libertà. Sono passati, dicevamo, solo pochi giorni e di nuovo si torna a parlare di diritti degli animali, in particolare dei primati. Poco dopo la sentenza americana, infatti, ne arriva una dai toni opposti dall’Argentina. Sandra, un orango di 28 anni che vive attualmente allo zoo di Buenos Aires è il primo animale a essere riconosciuto come “persona non-umana” da un tribunale.

Per i suoi diritti si è battuta l’associazione Afada (Association of Officials and Lawyers for Animal Rights) nella figura dell’avvocato Paul Buompadre. Analogamente a quanto fatto negli Stati Uniti dall’Organizzazione Nonhuman Right Project, il gruppo ha presentato domanda di habeas corpus per l’orango Sandra. Anche in questo caso, l’accusa nei confronti dello zoo argentino era di detenzione illegittima di una persona. L’orango, nato in Germania e trasferito in Argentina 20 anni fa, è sempre vissuto in cattività ma si chiede ora che venga liberato in un santuario per animali in virtù della sua somiglianza agli esseri umani.

La Corte argentina, a differenza di quella americana, non fa menzione ai doveri sociali e alle responsabilità che, insieme ai diritti, caratterizzano una persona giuridica ma si limita a riconoscere che l’intelligenza e i sentimenti di Sandra sono abbastanza simili a quelli umani da essere riconosciuta come persona. Lo zoo di Buenos Aires, quindi, ha dieci giorni di tempo per presentare un ricorso, altrimenti Sandra verrà trasferita in un santuario per animali in Brasile.

Le reazioni alla sentenza, come prevedibile, sono molteplici e discordanti. L’avvocato Buompadre, fautore della richiesta, sostiene che questa sentenza aprirà una nuova strada “non solo per le grandi scimmie, ma anche per altri animali senzienti ingiustamente privati della loro libertà”. L’organizzazione Nonhuman Right Project si farà forte della sentenza argentina per preparare il ricorso alla Corte d’Appello di New York e chiedere nuovamente la libertà per lo scimpanzé Tommy.

Lo zoo di Buenos Aires, da parte sua, non ha rilasciato dichiarazioni, ma il biologo dello zoo, Adrian Sestelo, ha dichiarato al quotidiano La Nacion: “Quando non si conosce la biologia di una specie, si rivendica senza motivo abusi e sofferenze, stress e depressioni, perché l’errore che si fa più comunemente è quello di umanizzare il comportamento degli animali. Sandra richiede cure e vive in solitudine perchè richiesto dalla sua specie”.

Ancora una volta, quindi, la legge si divide di fronte alle grandi domande etiche della scienza. Cosa rende gli esseri umani senzienti e in grado di vivere secondo diritti e doveri? In che cosa sono diversi, se lo sono, gli animali da noi? Dando per fondamentali le leggi contro il maltrattamento degli animali, dove porre il confine giuridico tra “animale-umano” e “animale-non umano”? E infine, quanto di questo dibattito può valere per altre forme di intelligenza?

@silvia_reginato

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Crediti immagine: David and Becky, Flickr

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