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Quell’idrogeno che viene dal Precambriano

Scoperte acque ricche di idrogeno nelle antiche profondità rocciose della Terra. Potrebbe essere così anche su Marte?

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RICERCA – Un gruppo di ricercatori guidati da Barbara Sherwood Lollar dell’Università di Toronto è riuscito a mappare la posizione di acque ricche di idrogeno rimaste intrappolate all’interno di fratture della roccia per chilometri al di sotto della superficie terrestre in Canada, Sudafrica e Scandinavia.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, comprende dati provenienti da 19 siti esplorati dalla Lollar insieme a colleghi di Princeton e Oxford, e mostra come queste antiche riserve d’acqua siano chimicamente simili a quelle presenti in bocche d’acqua molto profonde. Ciò suggerisce che queste acque possono favorire la vita dei microbi che vivono in isolamento e rappresenta un cambiamento radicale nella nostra comprensione del volume totale della crosta terrestre che potrebbe rivelarsi abitabile.

Gli scienziati hanno inoltre spiegato come si combinano le diverse reazioni chimiche che producono le enormi quantità di idrogeno presenti in questi siti, il doppio rispetto alle stime effettuate in precedenza e basate solamente sull’idrogeno che fuoriesce dal fondale oceanico. Uno di questi processi, noto come decomposizione radiolitica dell’acqua, comporta che quest’ultima subisca una scomposizione in idrogeno se esposta a radiazioni. La seconda di queste reazioni chimiche è chiamata serpentinizzazione, un processo che coinvolge calore e acqua nel quale le rocce a basso contenuto di silice vengono ossidate producendo H2.

Questo studio ha importanti implicazioni per la ricerca di vita microbica sulla Terra. Quantificare il bilancio di idrogeno globale è la chiave per comprendere la quantità di biomassa che si trova nel sottosuolo. Questa ricerca identifica una rete globale di siti contenenti acque ricche di idrogeno, che saranno utilizzati per l’esplorazione della vita profonda nei prossimi anni.
Fino a oggi nessuna delle stime di produzione di idrogeno globale aveva incluso gli antichi continenti. Le rocce del periodo Precambriano, l’epoca di formazione del nostro pianeta, che ha avuto inizio circa 4,6 miliardi di anni fa, costituiscono oltre il 70 per cento della superficie della crosta terrestre. “Sono come le parti di un enorme gigante addormentato” racconta la Sherwood Lollar. “ Una vasta area che ora abbiamo scoperto essere una possibile fonte di vita”.
Inoltre, questa scoperta potrebbe avere risvolti interessanti anche nel campo dell’astrobiologia. Dato che anche su Marte sono presenti rocce antiche quanto quelle formate durante il nostro Precambiano, anche le rocce marziane potrebbero, forse, rivelare gli stessi meccanismi chimici di produzione di idrogeno.

@CristinaDaRold

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: UCL Mathematical and Physical Science, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.