The Passenger – Spazio
La monografia pubblicata da Iperborea per chi vuole approfondire le proprie conoscenze sullo spazio e sull’umanità che abita la Terra
Dalla corsa alla Luna degli anni Sessanta e Settanta in poi, i paradigmi alla base delle esplorazioni spaziali sono cambiati: da “gara d’orgoglio patriottico” tra due grandi potenze, infatti, la corsa allo spazio è diventata una questione sempre più privata e multipolare, dove le forze alla base del capitalismo sembrano essere diventate dei catalizzatori di esperienze. A questo aspetto si unisce quello della ricerca scientifica che sta tentando di dare delle risposte a quesiti millenari: com’è nata la vita?, di cos’è fatto l’universo?, ci sono altre forme di vita oltre alla nostra?
E infinite, un altro tassello che va a comporre il complesso mosaico racchiuso nella parola spazio di questo numero di The Passanger è quello della sua dimensione prettamente umana, perché «pur sapendo che colonizzare Marte non risolverà i nostri problemi, la promessa dello spazio – che sia espressa in un tweet di Elon Musk o in una foto scattata da un rover della NASA su Marte – è che ci dimostreremo finalmente quella forma di vita intelligente in grado, quando serve, di collaborare per costruire un futuro comune per l’umanità intera.»
The Passenger – Spazio (AA.VV, Iperborea, 2021) è una raccolta di long read, inchieste, reportage narrativi e fotografici, infografiche in grado di restituire come in una multivisione le ipotesi, le certezze e le speranze su quello che c’è lì fuori, oltre il pianeta Terra. Ma non solo: grazie alle personali riflessioni dei suoi autori – tutti con un background estremamente eterogeneo – The Passenger – Spazio è anche uno strumento per capire meglio chi abita la Terra e cosa spinge gli esseri umani verso la conquista dell’universo.
Una nuova corsa alla Luna
La Luna sembra essere tornata di moda. Lo dice chiaramente la scrittrice Riva Galchen che nel suo contributo a The Passenger – Spazio intitolato “L’ottavo continente” fa un excursus delle missioni che hanno portato il primo uomo sulla Luna (specifichiamo uomo perché, a oggi, ancora nessuna donna ha messo piede sul nostro satellite) per poi introdurre quello che sta accadendo in questi ultimi anni. Nel 2019, infatti, Cina, Israele e India hanno raggiunto – o hanno tentato di farlo ma senza successo – la Luna mentre Giappone, Esa e Stati Uniti hanno dichiarato la loro intenzione di lanciare a breve nuove missioni lunari. Lo scopo, stavolta, è di colonizzare la Luna per creare delle basi con l’obiettivo – tra le altre cose – di sfruttare le risorse disponibili nel cosmo.
La conquista di Marte
Del desiderio di arrivare su Marte, di come farlo e del perché l’umanità voglia farlo ne parlano sia la scrittrice Lauren Groff, sia la giornalista e scrittrice Elmo Keep. In “La notte, il sonno, la morte e le stelle” Lauren Groff prende spunto da una visita con la famiglia al Kennedy space center per una riflessione sull’imminente conquista commerciale dello spazio. Groff parte da una serie di considerazioni su Elon Musk e sugli altri miliardari che stanno progettando viaggi nello spazio e arriva alla possibilità che sia proprio Marte, un giorno, a salvare la Terra.
In “Era tutto pronto” Elmo Keep racconta la storia del fallimentare progetto Mars one e di Josh, una delle duecentomila persone che si erano candidate per un viaggio senza ritorno sul Pianeta Rosso. In entrambi i pezzi quello che emerge oltre a un’infinità di informazioni è il lato genuinamente umano di queste missioni che sembrano in qualche modo eredi di quello stesso spirito che ha determinato le grandi esplorazioni terrene della nostra storia.
La nostra Terra
Frank Westerman e Andri Snær Magnason – rispettivamente in “C’eravamo tanto odiati” e “L’asteroide siamo noi”– parlano dello spazio mettendo in primo piano gli esseri umani e la salute della Terra. Andri Snær Magnason, in particolare, evidenzia l’enorme impatto dell’attività antropica sul benessere del nostro Pianeta, paragonandolo negli effetti a quello del meteorite che 65 milioni di anni fa ha distrutto gran parte della vita sulla Terra. Inoltre, mette in evidenzia il paradosso per cui in un’epoca dove la conoscenza dell’universo è quanto mai avanzata, la maggior parte delle persone ha disimparato a osservare un cielo stellato. Infine, Paolo Giordano nel suo “L’universo sottoterra” accompagna il lettore in una visita ai laboratori del Gran Sasso.
Nello spazio c’è vita oltre alla nostra?
L’astrobiologia è un ramo dell’astronomia che cerca di dare una risposta a questa a domanda partendo dallo studio delle caratteristiche fisiche degli altri corpi celesti presenti nell’universo. Spoiler: la risposta molto probabilmente è sì, ma non è così semplice. Lo racconta Jo Marchant in “È nata una scienza”. Anche Ross Andersen in “Primo contatto” affronta questo argomento parlando del radiotelescopio cinese costruito per cercare un’intelligenza extraterrestre e immaginando come potrebbe essere un primo contatto.
L’universo in numeri
Le infografiche presenti in The Passenger – Spazio sono dei micro scrigni di dati presentati in modo comprensibile e accattivante. La loro intenzione, infatti, è fissarsi nella mente di chi legge. Si alternano fatti più conosciuti come per esempio quali sono state le missioni spaziali più lunghe a informazioni meno note come quanti sono i chilometri percorsi dal rover Opportunity su Marte tra il 2004 e il 2018, o la possibilità che Encelado, la sesta luna di Saturno per dimensioni, possa essere un luogo ideale per ospitare forme di vita data la presenza d’acqua, se non fosse però per il suo clima che lo rende letteralmente una palla di neve racchiusa in un guscio di ghiaccio spesso 35 chilometri.
Inoltre, tra le righe di tutto il libro si possono cogliere interessanti informazioni sulla presenza femminile nello spazio. Ci si può così rendere conto che fino al 2020 solo 65 donne – su un totale di 566 persone – hanno viaggiato nello spazio e nessuna ha finora partecipato a un allunaggio. Oppure, che le astronaute devono ancora fare i conti con un equipaggiamento pensato solo per gli uomini e quindi molto scomodo nel gestire semplici esigenze come quelle del ciclo mestruale.
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