CULTURA

Studi classici

Grazie ai raggi x tre fisici e un papirologo sono riusciti a leggere i famosi testi della Villa dei Papiri di Ercolano (e senza srotolarli)

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CULTURA – Il 2015 è l’anno internazionale “della luce e delle tecnologie basate sulla luce”. Su Nature Communications una ricerca lo inaugura con un bel contributo alla cultura in generale e alle discipline umanistiche in particolare.

Al sincrotrone di Grenoble, i fisici Vito Mocella, Claudio Ferrero, Emmanuel Brun e il papirologo-ellenista Daniel Delattre sono riusciti a leggere testi ritrovati due secoli e mezzo fa nella “Villa dei Papiri” di Lucio Calpurnio Pisone – il suocero di Giulio Cesare – a Ercolano. E già questo evoca la storia romana e la sua riscoperta durante i primi scavi archeologici che attiravano nobili e intellettuali da tutta Europa nel regno di Napoli. Inoltre i papiri carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio nel 79 erano custoditi da re Ferdinando IV che ne regalò sei a Bonaparte. Non ancora imperatore, ma solo Primo console, si atteggiava comunque a protettore delle scienze e delle arti (basti ricordare i “savants” che aveva invitato a seguirlo nella campagna d’Egitto e a selezionare i trofei da riportare a casa).

Nella collezione dell’Institut curata da Daniel Delattre, i ricercatori hanno scelto un piccolo frammento già e un rotolo in condizioni non troppo disastrose. Con la tomografia a raggi X a contrasto di fase che rinfrange la luce di sincrotrone in modo diverso secondo la composizione della sostanza, sono riusciti a distinguere in tre dimensioni le fibre di papiro dall’inchiostro – un’impasto di fuliggine ottenuta bruciando papiro, per esempio, quindi due sostanze dalla composizione molto simile.

Poi hanno analizzato le immagini ricavate dai vari strati del rotolo (senza aprirlo: video) e hanno ricostituito l’alfabeto greco. Una volta ottenuta la “matrice” dei caratteri, con lo stesso metodo diventa possibile leggere gli altri rotoli senza sbriciolarli né trattarli con prodotti chimici distruttivo, come si è fatto finora. Sono centinaia, probabilmente classici greci come si confaceva alla biblioteca di un console romano, ma anche opere recenti di autori locali. Dalla scrittura, l’autore del papiro in parte decifrato potrebbe essere Filodemo di Gadara, un filosofo epicureo e – a quanto pare – un poeta un po’ osé, oggetto di studi internazionali.

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Crediti Immagine: Vito Mocella et al

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