CRONACA

Addio a Giorgio Salvini, il padre dell’elettrosincrotrone di Frascati

Se ne è andata a 95 anni una delle voci più significative della fisica del Novecento. Ecco chi era Giorgio Salvini

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CRONACA – Quando nacque, nel 1920, la fisica quantistica doveva per la maggior parte essere ancora scritta. Nessuno aveva ancora formulato il principio di indeterminazione, non si sapeva dell’esistenza del neutrone e dei quark, ed Einstein non era ancora stato insignito del premio Nobel per l’effetto fotoelettrico.
Oggi se ne è andato a 95 anni Giorgio Salvini, una delle poche voci che potevano ancora raccontare la storia della fisica del Novecento e uno dei padri dei Laboratori di Frascati dell’INFN, il primo laboratorio nazionale di fisica delle particelle.

Salvini comincia il proprio lavoro scientifico fra i boati della Seconda Guerra Mondiale, a fianco del già noto fisico Giovanni Polvani, nelle stanze dell’Istituto di Fisica dell’Università di Milano.

Le sue ricerche sulle interazioni mesoniche nei nuclei prima e sui raggi cosmici poi cominciano subito a dare i loro frutti e dopo la guerra, nel 1949, Salvini è a Princeton. Non ci rimane però a lungo, come invece faranno altri suoi colleghi, e nel 1953 rientra in Italia, dove a soli 33 anni, più o meno l’età media di un post-doc di oggi, viene nominato direttore del progetto nazionale per la costruzione di un elettrosincrotrone da 1000 MeV a Frascati. È l’inizio. Oggi siamo abituati a sentir parlare di sincrotroni, acceleratori di particelle e quant’altro, ma in quegli anni il progetto è all’avanguardia nel mondo, oltre a rappresentare uno dei poli più importanti per la formazione di quelli che sarebbero diventati i nuovi protagonisti della fisica italiana.

Salvini rimane direttore del progetto fino al 1960, mentre fra il 1966 e il 1970 è a capo dell’INFN. Nel frattempo il CERN aveva cominciato a produrre frutti assai significativi, per esempio con la scoperta della corrente debole neutra, e Salvini è parte integrante di questa realtà che si sta costruendo oltralpe. Verso la fine degli anni Settanta infatti, è fra i fisici che rilevano i bosoni intermedi W e Z, gli stessi che varranno il premio Nobel per la fisica a Carlo Rubbia nel 1984.
Nel 1990, a 70 anni, diventa direttore dell’Accademia dei Lincei e nel 1995 sotto il governo Dini, è nominato Ministro per l’Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica.
«Nella lunga e splendida carriera scientifica di quello che si definiva ‘un uomo fortunato’ – racconta di lui l’attuale presidente dell’INFN Fernando Ferroni – l’ottimismo della volontà ha sempre prevalso e questo è un lascito di cui l’INFN cercherà di far sempre tesoro».

@CristinaDaRold

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: INFN

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.