Latte acquistato online: non sempre è 100% umano
Sempre più genitori lo comprano su internet, ma oltre al rischio di malattie infettive c'è anche quello di allergie. Che su bimbi intolleranti potrebbero avere conseguenze molto gravi
SALUTE – Mentre il mercato del latte venduto online continua a espandersi, sempre più evidenze mostrano come una percentuale significativa di quello venduto sia adulterata, ad esempio tramite l’aggiunta intenzionale di ingredienti da parte di chi lo commercia. Se già il British Medical Journal aveva risollevato la questione, spiegando che il prezzo online sarà anche vantaggioso ma a risentirne sono qualità e sicurezza, su Pediatrics si rincarano le preoccupazioni: oltre al rischio relativo a malattie infettive a causa della contaminazione, c’è anche quello delle allergie. Il 10% dei campioni di latte materno controllati nello studio conteneva aggiunte di latte vaccino.
Se un bimbo allergico al latte vaccino dovesse bere questo latte le conseguenze potrebbero essere anche molto gravi, spiega Sarah A. Keim del Center for Biobehavioral Health al The Research Institute at Nationwide Children, leader della ricerca. Il 21% dei genitori che cercano il latte online sono proprio quelli con bimbi che soffrono di condizioni mediche, con un 16% di questi che lo fanno specificamente per un’intolleranza dei figli al latte di mucca.
Keim e i colleghi (ricercatori della Ohio State University e del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center) hanno acquistato e testato 102 diversi campioni di latte materno pubblicizzati su siti dedicati. Li hanno confrontati con le loro preparazioni (sempre costituite da latte umano e vaccino mescolati) in modo da approssimare il livello di contaminazione sufficiente a far risultare positivo il test che individua il DNA bovino. Se tutti i campioni contenevano latte umano, 11 di quelli testati ne contenevano anche di vaccino e dieci di questi erano ben oltre una contaminazione che potesse risultare “accidentale”. Un latte che viene pubblicizzato e venduto come umano, ma la reale situazione è ben diversa: i medici dovrebbero sconsigliare i propri pazienti dal procurarsi il latte per i figli via internet, suggeriscono gli autori dello studio.
I ricercatori guidati da Keim avevano già scoperto in precedenza che in oltre il 75% dei campioni di latte materno comprato online c’era una contaminazione virale o batterica; un dato che aveva confermato gli avvertimenti della Food and Drug Administration che, fin dal 2010, avvertiva dei possibili contaminanti presente in latte umano non pastorizzato. “Quello che ci preoccupava era il fatto che, essendo transazioni che prevedono un pagamento in denaro, ci fosse l’incentivo ad aumentare il volume del latte per guadagnare di più”, spiega Keim. “Il latte vaccino e le formule per neonati sembrano il latte materno, perciò possono essere aggiunti senza che si veda a occhio nudo la differenza. Ma le madri che acquistano latte online dovrebbero stare attente: se compri da fonti sconosciute, non puoi avere la certezza che quello che ottieni sia sicuro per il tuo bambino”.
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