Dalla mobilità sociale a Piketty al Festival dell’Economia
Dal 29 maggio al 2 giugno a Trento ritorna il festival nella sua decima edizione. Si parla di disuguaglianze, con due premi Nobel
Le disuguaglianze dinamiche sono importanti al pari di quelle statiche. Conta non solo la distanza fra chi ha redditi più alti e chi li ha più bassi, ma anche la probabilità di colmare il divario nel corso della propria vita (Tito Boeri)
EVENTI – In poche parole, mobilità sociale. Che è anche il tema intorno al quale si sviluppa la decima edizione del Festival dell’Economia di Trento, che torna dal 29 maggio al 2 giugno. Il tema è tornato in auge all’uscita del libro Il capitale nel XXI secolo di Thomas Piketty, e come da tradizione saranno due premi Nobel ad aprire e chiudere la serie di incontri trentini sul divario ricchi-poveri. Il 29 maggio interverrà Joseph E. Stiglitz, economista della Columbia University e premio Nobel nel 2001. Sarà invece il 2 giugno la volta di Paul R. Krugman della Princeton University.
Gli economisti sono arrivati a preoccuparsi della mobilità sociale da pochi anni ha spiegato Tito Boeri, responsabile scientifico del festival e da poco presidente INPS. E il tema di quest’anno sembra naturale evoluzione di quello con il quale si inaugurò il Festival dell’Economia nella sua prima edizione, ovvero Ricchezza e povertà. “Gli economisti hanno ripreso le riflessioni fatte già da tempo dai sociologi”, ha commentato Boeri durante l’incontro romano in cui è stato presentato il programma del festival, che trovate qui. “Quando le disuguaglianze dei redditi si allargano troppo, quando il 10% della popolazione detiene il 50% del reddito nazionale e fino al 70% della ricchezza accumulata, beh, quando queste sono le condizioni si perpetuano e amplificano le differenze”.
Lo stesso Piketty della Paris School of Economics parlerà delle dinamiche che guidano l’accumulazione e la distribuzione del reddito, tracciando una sorta di storia mondiale della disuguaglianza, arrivando fino ai giorni nostri. Nota più positiva e potenziale spunto di riflessione sarà invece la conferenza di Heike Solga, direttrice del dipartimento “Educazione e mercato del lavoro” presso il Wissenschaftzentrum Berlin für Sozialforschung, che esaminerà debolezze e forze del modello tedesco partendo da un punto fermo: diversamente da altri paesi, la Germania non ha visto aumentare la disoccupazione giovanile durante la recessione. A sottolineare le differenze nella mobilità sociale tra le diverse nazioni ci sarà invece Stephen P. Jenkins della London School of Economics, il 1 giugno.
Lo stesso giorno si tratterà anche di diritti sociali e politici per la maggioranza povera del pianeta, una questione complessa che -dal punto di vista economico ma non solo- è ancora uno degli ostacoli più difficili da superare per favorire la mobilità sociale. Di questo parlerà l’economista americano William Easterly. Perché il tema della disuguaglianza legata o meno alle crisi economiche è da tempo ormai al centro dei dibattiti politici di tutto il mondo (noi ne abbiamo parlato in podcast), ma fino a oggi le proposte concrete per poter far fronte al problema sono state modeste. E su questo delicatissimo tema a Trento ci sarà il punto di vista dell’economista Anthony Atkinson, nell’incontro di sabato 30 maggio.
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