Xylella fastidiosa: si passa alle maniere forti
Da Bruxelles un nuovo piano d'azione per arrestare l'avanzata del batterio e contenere la diffusione nelle zone della Puglia già colpite dal temibile patogeno da quarantena
ATTUALITÀ – Misure più forti e una strategia mirata per mettere alle strette la Xylella fastidiosa. È questo il nuovo piano d’azione studiato dal Comitato permanente per la salute delle piante dell’Unione europea, durante gli incontri che si sono tenuti a Bruxelles il 27 e il 28 aprile. La presenza del patogeno da quarantena che fa tremare l’Ue, a causa della potenziale dannosità per un vasto numero di colture presenti in tutta l’Europa, è già stata riscontrata anche in Francia, in una pianta di caffè giunta a Parigi dall’Olanda. Quasi una beffa per lo Stato di Hollande, che per primo, tra i Paesi membri, aveva deciso di vietare l’importazione dalla Puglia di ben 102 specie vegetali a rischio di contagio, infliggendo un duro colpo all’economia e all’immagine della Regione.
In base alle nuove disposizioni approvate dal Comitato, tutti gli Stati membri sono tenuti a notificare la presenza di nuovi focolai all’interno dell’Ue, a effettuare controlli ufficiali e a demarcare le zone infette, che saranno soggette a rigide misure di eradicazione. Nelle zone colpite dal batterio, infatti, si procederà con la distruzione e la rimozione delle piante contagiate e di tutte le piante ospiti presenti in un raggio di 100 metri, indipendentemente dal loro stato di salute. Le misure di contenimento riguardano anche l’Italia e, nello specifico proprio la Puglia, dove nella provincia di Lecce l’eradicazione non è più possibile. Tuttavia, è mantenuto l’obbligo di rimozione sistematica di tutte le piante infette e il controllo delle piante presenti nel raggio di 100 m da quelle colpite, all’interno di una fascia di 20 chilometri adiacente alle province di Brindisi e Taranto.
Sono previsti controlli rigidi anche per le specie vegetali importate da Paesi terzi che potrebbero essere soggette al contagio, con un’attenzione specifica per le piante di caffè originarie dell’Honduras e del Costa Rica, ad alto rischio di infezione a causa della presenza del batterio in questi Paesi.
Qui il video informativo realizzato dalla Regione Puglia.
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