Più animali ci sono nel gruppo, più sono sincronizzati
I pinguini che si stringono tra loro per termoregolare, i suricate che fanno mobbing contro un predatore. Le interazioni sociali sono legate anche al numero di animali riuniti nel gruppo
SCOPERTE – Le interazioni sociali tra gli animali permettono loro di sincronizzare le attività da svolgere durante il giorno o la notte: le condizioni e i principi di questo tipo di “organizzazione” non sono sempre del tutto chiari ma, secondo la letteratura scientifica, più grande è il gruppo più è probabile che questo tipo di sincronizzazione avvenga. E che vada a influenzare anche i ritmi circadiani, come spiega una recente pubblicazione su Biology Letters a firma dei ricercatori Matthew J. Paul, Premananda Indic e William J. Schwartz.
Un esempio famoso? I pinguini imperatore, che si stringono tra loro per termoregolare facendo quello che viene chiamato huddling, un comportamento (osservato anche nei pipistrelli) che permette di condividere il calore corporeo con i propri vicini. Ma anche il mobbing, non come lo intendiamo noi esseri umani bensì la strategia con la quale animali come il suricate -e molte specie di uccelli- cooperano per mettere in fuga un predatore e tutelare così la loro progenie, cuccioli e pulcini. Il narratore che commenta “clearly something more organized is going on” (“è chiaro che sta succedendo qualcosa di più complesso”), in questo video in cui si osserva un gruppo di pinguini imperatore che fanno huddling, ha decisamente ragione.
I tre ricercatori hanno fatto la loro scoperta studiando un campione di topi femmine: hanno osservato che nei gruppi di animali esiste una sincronia estrema spiegabile solamente tramite interazione sociale. Tutti gli animali hanno dei ritmi sonno-veglia e un tempo si pensava fossero una risposta diretta all’alternarsi di ore di luce e buio durante la giornata. Eppure i ritmi sulle 24 ore rimangono stabili anche quando gli animali vengono “privati” dell’esposizione alla luce, o ad altri fattori, per potersi regolare.
Se mancano degli elementi esterni, ci deve essere qualcosa che internamente regola le attività, spiega Paul. Che attribuisce il compito proprio alla regolazione sociale e ne ha cercato conferma per lungo tempo, conducendo varie ricerche che finora avevano portato a risultati contrastanti. Tenendo i topi in condizioni di assenza di luce i ricercatori hanno potuto osservarne le reazioni senza l’ “interferenza” di indizi esterni, e confermato la presenza di una sincronia misurando la variazione di temperatura corporea degli animali con il passare delle ore.
“Abbiamo testato la nostra ipotesi registrando i ritmi circadiani di temperatura corporea in femmine di topo tenute in isolamento, tenute a coppie o in gruppi di cinque. Sempre al buio”, spiega Paul, e il maggior livello di sincronizzazione è stato osservato proprio nei gruppi più numerosi. “La domanda seguente è, cosa succede nel ciclo giorno-notte? Questo ciclo ci permette di sincronizzarci in maniera generale, ma ora c’è un’altra forza da considerare che agisce sul nostro orologio interno, e possiamo studiare come queste due forze interagiscano tra loro. Scoperto questo ne sapremo molto di più su quali sono gli effetti, per animali ed esseri umani, della vita in gruppo. E di quella solitaria”, conclude lo scienziato.
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Crediti immagine Antarctica Bound, Flickr