Rischio impotenza per un farmaco contro la calvizie – Parte 2
La ricerca italiana appena pubblicata è l'ultima di una serie di studi sulla Finasteride, che hanno indagato i possibili effetti collaterali sulla salute sessuale
APPROFONDIMENTO – La Finasteride è uno dei due farmaci consentiti per la cura dell’alopecia androgenetica – quella che noi comunemente chiamiamo calvizie – che colpisce, nel corso della loro vita, il 70% degli uomini, ma anche una percentuale di circa il 40% di donne, con effetti leggermente diversi. L’origine sta letteralmente alla base del capello: la calvizie, infatti, può essere l’effetto degli ormoni androgini in alcuni bulbi dei capelli, che negli uomini si trovano principalmente all’apice della testa. Nelle donne, generalmente, l’effetto è invece quello di un diradamento generalizzato e progressivo della quantità di capelli.
La Finasteride è usata per contrastare la caduta dei capelli negli uomini, poiché pare ben poco efficace nella donna. “Il testosterone è convertito nella forma attiva, il diidrotestosterone o DHT, dall’enzima 5-alfa reduttasi”, spiega Giovanni Chiracò, tra gli autori dell’ultimo studio pubblicato sul farmaco da un team tutto italiano. “Il DHT è responsabile della miniaturizzazione del follicolo pilifero che causa la superficializzazione del bulbo e l’assottigliamento del capello fino alla sua morte. La Finasteride è un farmaco che blocca l’enzima 5-alfa reduttasi, riduce i livelli di diidrotestosterone e di conseguenza l’effetto androgenico con azione anticaduta sui capelli. Gli effetti collaterali sessuali e non sessuali riscontrati hanno un chiaro denominatore rappresentato da tutte quelle funzioni fisiologiche e psicologiche che richiedono gli androgeni per funzionare correttamente”.
Finasteride, una lunga storia
La ricerca italiana recentemente pubblicata (ne abbiamo parlato qui) non è una mosca bianca, perché già nel 2010 uno studio pubblicato sul Journal of Sexual Magazine riportava che molti degli uomini affetti da alopecia androgenetica in cura con la Finasteride mostravano effetti collaterali prolungati, come la difficoltà di erezione. A marzo del 2011 un altro studio pubblicato ancora una volta sul Journal of Sexual Medicine ha indicato che i soggetti in cura con Finasteride lamentavano effetti correlati: il 94% sviluppava un calo di libido, il 92% disfunzioni erettili, il 62% difficoltà o impossibilità a raggiungere l’orgasmo. A seguito dello studio il Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency of the United Kingdom insieme alla Swedish Medical Products Agency hanno modificato il foglietto illustrativo del farmaco inserendo che “alcuni pazienti hanno riportato la persistenza di disfunzioni erettili anche dopo la sospensione del trattamento contro l’alopecia androgenetica”.
Nel 2012 si cominciava a chiedersi se e in quali percentuali gli effetti di tipo sessuale del Finasteride potessero essere del tutto permanenti, mentre ad agosto dello stesso anno ecco arrivare uno studio con un focus diverso, ma altrettanto inquietante: un team di ricercatori della George Washington University School of Medicine and Health pubblicarono sulla rivista Journal of Clinical Psychiatry una ricerca che evidenzia la diffusione di sintomi depressivi e tendenze suicide nei pazienti trattati con Finasteride. Il dibattito sulla Finasteride, che è espresso nel fiorire di queste e altre ricerche sull’argomento, è ancora aperto e tutt’ora piuttosto acceso.
Leggi anche: Rischio impotenza per un farmaco contro la calvizie – Parte 1
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