Sclerosi Multipla: facciamo il punto
La settimana dedicata alla sclerosi multipla è appena terminata. Cosa dice la ricerca su questa malattia? Ne parliamo con Giancarlo Comi dell’ospedale San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
ATTUALITÀ – In Italia, circa 110mila persone convivono con la Sclerosi multipla (SM), una malattia che provoca lesioni a carico del Sistema nervoso centrale. Ogni anno si registrano 3400 nuovi casi, uno ogni tre ore, e la situazione si presenta come un’autentica emergenza sanitaria e sociale. A lanciare l’allarme è l’Associazione italiana Sclerosi Multipla che di recente, grazie ad un nuovo strumento di analisi, il Barometro 2016, è riuscita a tracciare nel dettaglio la realtà italiana rispetto alla SM. In occasione della XVIII settimana nazionale della Sclerosi multipla, che si è conclusa il 29 maggio, e del World SM Day, celebratosi il 25 maggio, abbiamo chiesto a Giancarlo Comi, neurologo dell’ospedale San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, nonché pioniere nel trattamento della Sclerosi Multipla, di approfondire con noi gli aspetti principali della malattia.
Dott. Comi, cos’è esattamente la Sclerosi Multipla?
“La Sclerosi Multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, causata da una risposta anomala del Sistema immunitario che aggredisce le fibre nervose a livello della guaina mielinica. Per motivi ancora poco chiari, i linfociti T, cellule responsabili della risposta immunitaria specifica, vengono sensibilizzati, si attivano e attraversano le pareti dei vasi sanguigni, superando la barriera emato-encefalica e penetrando nel Sistema nervoso centrale. Qui, richiamano altri linfociti, macrofagi e plasmacellule, dando il via a un processo infiammatorio che provoca la demielinizzazione alla base dei sintomi causati dalla Sclerosi multipla. Più aree del Sistema nervoso centrale sono aggredite dal Sistema immunitario, con conseguente perdita di mielina dalle fibre nervose e formazione di lesioni, definite placche.”
Quali sono le cause all’origine di questa malattia?
“Le cause non sono ancora del tutto note ma sappiamo che alcuni fattori possono essere implicati nella comparsa della Sclerosi Multipla. Uno di questi è la predisposizione genetica e anche l’ambiente gioca la sua parte. Il clima temperato, la latitudine a cui si vive, l’origine caucasica, l’esposizione ad agenti tossici e la carenza di vitamina D possono contribuire all’insorgere della malattia. E ancora, il fumo, l’obesità e l’esposizione ad agenti infettivi quali batteri o virus, come quello responsabile della cosiddetta “malattia del bacio”, l’Epstein-Barr virus (EBV). Ognuno di questi potenziali agenti scatenanti, tuttavia, ha un piccolo peso. A innescare la risposta autoimmune alla base della malattia è l’insieme di più fattori.”
Come si manifesta la Sclerosi Multipla?
“I sintomi sono di vario tipo e si manifestano in media tra i 25 e i 40 anni. Per una donna le probabilità di ammalarsi sono 2-3 volte in più rispetto a un uomo. Nell’85 per cento dei casi la malattia esordisce con attacchi improvvisi di diversa natura, in relazione alla sede cerebrale colpita. I sintomi più frequenti sono disturbi della coordinazione motoria e dell’equilibrio, difficoltà cognitive e di linguaggio, disturbi visivi e dolore. I primi attacchi sono seguiti da una fase di recupero anche se nel tempo portano a una progressiva disabilità. Per la loro natura, queste forme di Sclerosi Multipla sono dette recidivanti-remittenti (SM-RR), note anche come forme a ricaduta e remissioni. Nel restante 10-15 per cento dei casi si assiste a un esordio subdolo, privo di avvisaglie. In queste circostanze, si parla di forme primariamente progressive (SM-PP), nelle quali, la malattia avanza nel tempo in modo lento e graduale.”
Lei è considerato uno dei pionieri a livello mondiale per il trattamento della Sclerosi multipla. Di quali terapie disponiamo oggi?
“Le terapie attuali impediscono la fuoriuscita dalle pareti sanguigne e inibiscono l’azione dei linfociti T, riducendo gli attacchi autoimmuni. I primi farmaci furono testati e approvati negli anni ’90 (Interferone beta 1a e Interferone beta 1b) e, in oltre 20 anni, ne sono stati prodotti più di dieci in grado di migliorare significativamente la qualità della vita delle persone che sono affette da SM. Occorre, tuttavia, fare una distinzione tra le due forme di Sclerosi Multipla prima citate. Se questi farmaci si sono dimostrati efficaci nel trattamento della forma a ricaduta e remissioni, non si può dire altrettanto per quella di tipo progressivo. Uno dei primi reali successi nel trattamento di questa ultima forma è arrivato solo pochi mesi fa quando, con i due studi OPERA e con lo studio ORATORIO, abbiamo provato l’efficacia dell’Ocrelizumab, un anticorpo monoclonale in grado di distruggere in modo selettivo la popolazione dei linfociti B. Queste cellule hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del processo infiammatorio alla base della malattia. Da un lato aggrediscono direttamente il tessuto nervoso con un meccanismo anticorpo mediato, dall’altro attivano la popolazione di linfociti T. Grazie all’Ocrelizumab siamo riusciti a interferire con questo meccanismo di attivazione, riducendo in modo drastico l’azione infiammatoria e le conseguenti lesioni a carico della guaina mielinica. Il farmaco è stato somministrato ai pazienti per via endovenosa, in due dosi differenti, infuse a distanza di una settimana l’una dall’altra, garantendo alle persone una “protezione” per circa sei mesi. I risultati ottenuti sono stati entusiasmanti, soprattutto nella forma progressiva, per la quale si è rilevata una riduzione significativa del rischio di progressione della disabilità.”
Quali sono i prossimi obiettivi da raggiungere nel campo della ricerca?
“Si dovrà agire su più fronti. Le persone colpite da forma progressiva di SM necessitano di farmaci neuroprotettivi per i quali occorreranno ancora molti studi. L’obiettivo è sempre quello di evitare gli attacchi da parte del sistema immunitario ma, qualora non si riuscissero ad impedire, occorrerà pensare anche alla riabilitazione. Al San Raffaele di Milano, nel centro MAGICS (MAGnetic Intra Cerebral Stimulation) sono in corso, da qualche anno, degli studi per modulare la capacità di reazione del cervello attraverso la stimolazione cerebrale magnetica ed elettrica, al fine di migliorare la deambulazione nelle persone colpite da SM. Anche in questo caso i risultati sono stati incoraggianti. Ma non è tutto. È in atto uno sforzo mondiale per fermare la Sclerosi Multipla. Si tratta della Progressive MS Alliance, un’iniziativa lanciata da associazioni di persone affette da SM con lo scopo di creare una rete tra ricercatori per condividere i risultati raggiunti e collaborare nella lotta contro la malattia. È la prima impresa del genere mai realizzata. Siamo certi che creare una rete globale contribuirà a far compiere grandi passi nel campo della ricerca.”
Leggi anche: Vitamina D e sclerosi multipla: c’è un legame?
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.