Riscoprire una vespa dopo più di un secolo
La sua presenza è assolutamente benvenuta: si tratta infatti della nemica naturale di un coleottero infestante, che negli Stati Uniti distrugge gli alberi di robinia
AMBIENTE – Ritrovare un animale che si pensava estinto è sempre una buona notizia, anche se quando si parla di insetti l’entusiasmo è decisamente contenuto rispetto a creature più “carismatiche”. La specie riscoperta è Oobius depressus, una vespa che si considerava scomparsa da più di un secolo, per essere precisi dal 1914, quando l’ultimo esemplare è stato avvistato a Morristown, nell’Illinois. A oggi, infatti, non è compresa nemmeno nel Catalogue of Life (un indice completo delle specie del pianeta) e a ritrovarla sono stati gli scienziati della University of California, Riverside, che hanno pubblicato la sua descrizione sul giornale della Michigan Entomological Society, The Great Lakes Entomologist.
A gioire di questo “ritorno” sono soprattutto le robinie (e l’economia statunitense), perché la vespa è il nemico naturale di uno specifico coleottero xilofago, che si nutre cioè del legno degli alberi. Questo coleottero predilige proprio le robinie, il cui legno longevo e resistente è considerato di gran valore, e si è guadagnato così il nome scientifico di Megacyllene robiniae. È altamente infestante e la sua presenza ha scoraggiato a lungo l’idea di piantare nuovi alberi di questo genere, che nell’ultimo secolo sono progressivamente diminuiti attraverso tutti gli Stati Uniti. Gli alberi più giovani non fanno in tempo a crescere che vengono colpiti dal coleottero, talmente malati da non riuscire mai a raggiungere l’età in cui avrebbero un valore commerciale. Mangiandosi il legno, infatti, questo insetto scava dei tunnel per le sue uova, che promuovono le infezioni fungine e ospiteranno le larve dopo la schiusa.
Per la storia del Paese, ma soprattutto per la sua economia, non è un albero come un altro. È tutta merito delle robinie, per esempio, la costruzione di Jamestown, la prima colonia inglese negli Stati Uniti, capitale della colonia in Virginia nel 1607. Oggi è un museo di storia a cielo aperto.
Gli ultimi esemplari della vespa che gli scienziati avevano a disposizione al momento della scoperta sono privi di testa e antenne, il che li ha resi estremamente difficili da identificare anche per gli esperti di questa famiglia di vespe, le Encyrtidae. Così un gruppo di ricercatori, guidato da Serguei Triapitsyn, è andato a procurarsene altri e soprattutto a scoprire se la specie era ancora presente. Per farlo ha usato un’esca succulenta: M. robiniae e le sue uova. Gli adulti sono molto facili da trovare e catturare con le trappole, perché all’inizio dell’inverno vanno alla ricerca di polline, e si sono rivelati preziosi per attirare le vespe.
Così gli entomologi sono riusciti a catturare una vespa che non solo corrispondeva alla descrizione originale della specie, ma anche ai resti già studiati. Così, nel laboratorio dello UC Riverside Entomology Research Museum, la specie è stata nuovamente descritta e accettata: una piccola vespa lunga poco più di un millimetro, di un nero luccicante, con un corpo appiattito che le permette di infilarsi attraverso la corteccia degli alberi alla ricerca di succulente uova di M. robiniae.
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