Prodotti solari: un SPF più alto protegge di più?
Una protezione superiore a SPF 15 diminuisce di circa il 30% il rischio di melanoma. Da uno studio norvegese nuovi spunti per proteggersi al meglio dai raggi UV
SALUTE – Se abbronzarsi è ancora molto di moda, non sempre sono chiari i rischi concreti associati a un’apparentemente innocua tintarella. Anche per questo le indicazioni sul fattore di protezione solare (SPF, Sun Protection Factor) dovrebbero essere chiare, semplici da capire e pertinenti, per aiutare i consumatori a orientarsi quando scelgono un prodotto che è sì cosmetico, ma è il principale alleato contro scottature, fotoinvecchiamento e soprattutto tumore alla pelle.
Il melanoma è una forma di cancro molto aggressiva ed è responsabile di circa l’80% delle morti per tumori alla pelle: secondo i dati dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM), in Italia si contano 13 casi ogni 100000 persone. Ogni anno si fanno circa 6000 nuove diagnosi.
Anche per questo i produttori di creme solari devono seguire precise linee guida governative, soprattutto per le etichette. Che non dovrebbero dichiarare di garantire una protezione totale dai rischi legati all’esposizione ai raggi UV (quindi no a diciture come “schermo totale”), né dire che è sufficiente applicare la crema una sola volta, o minimizzare il rischio corso da bambini e neonati, la popolazione più a rischio quando si espone al sole.
I raggi solari sono composti da raggi ultravioletti A, con lunghezze d’onda maggiori (spettro 320- 400 nm) e B, con lunghezze d’onda più corte (spettro 290- 320 nm). Sono i secondi i principali responsabili delle scottature e dell’eritema che ne consegue, oltre a essere il principale fattore di rischio per il tumore alla pelle. Ma nemmeno gli A vanno sottovalutati, perché hanno la stessa potenzialità di influire sul sistema immunitario del corpo e causano l’invecchiamento della pelle.
Vari studi epidemiologici hanno valutato la capacità delle creme solari di contribuire a prevenire il melanoma, ma districarsi tra i vari fattori di protezione è comunque difficile: media o alta? Cosa cambia da 30 a 50? Una crema oltre l’SPF 50 mi protegge di più?
Un nuovo studio dell’Università di Oslo sul Journal of Clinical Oncology mostra che usare un fattore medio o alto può ridurre il rischio di melanoma di oltre il 30% rispetto a usarne uno a bassa protezione. Non si può parlare di “protezione garantita” ma è senz’altro un dato importante, perché varie indagini in passato hanno dato risultati anche paradossali: ad esempio un piccolo aumento nel rischio di melanoma tra le persone che usano la crema solare. Come è possibile? La risposta è molto semplice.
“La spiegazione è che molte persone usano la crema per poter stare sotto il sole più a lungo e abbronzarsi di più”, spiega presentando lo studio Reza Ghiasvand, tra gli autori. “Per di più molti non applicano la giusta quantità di crema, si dimenticano di rimetterla o non la spalmano su tutte le zone del corpo esposte. Questo si traduce in scottature e aumento del rischio di melanoma”. La loro indagine non è stata l’eccezione, perché le persone che usano la crema sono anche quelle che hanno trascorso più tempo a prendere il sole, che si sono scottate di più e hanno usato lettini abbronzanti.
A fronte di questa differenza, tra gli entusiasti della tintarella chi usava una crema con SPF più alto del 15 aveva un rischio di melanoma del 33% inferiore rispetto a chi sceglieva una protezione bassa (6-10). I dati di partenza sono quelli dello studio NOWAC e del Cancer Registry of Norway, raccolti da oltre 140000 donne norvegesi per una media di dieci anni.
Per raggiungere l’efficacia del fattore di protezione scelto, che sia 15 o 30, la crema va applicata correttamente: su tutte le parti del corpo esposte al sole, con l’accortezza di rimetterla nuovamente dopo aver fatto il bagno o comunque con frequenza. Secondo le indicazioni dell’agenzia per la ricerca sul cancro dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per proteggere adeguatamente il corpo di un adulto servono sei cucchiaini di crema, circa 36 grammi a ogni applicazione. Applicarne di meno vuol dire non sfruttare il fattore di protezione, dunque essere meno protetti dall’esposizione ai raggi V e da scottature e melanomi.
L’SPF più adatto cambia di pelle in pelle, dunque di persona in persona, ma bisogna essere consapevoli che soprattutto nella fascia di protezione più alta (dopo il fattore 30) le differenze sono significative solo per la scottatura, ma non per i raggi UV. Una crema, uno spray o un latte con un fattore di protezione 30 protegge dalle scottature due volte di più rispetto a un 15; allo stesso tempo, un prodotto SPF 15 assorbe il 93% dei raggi UVB rispetto al 97% di un SPF 30. Come ribadiscono anche le linee guida governative, i fattori che superano il 50 (spesso indicati con “50+”) non accrescono la protezione in modo significativo. Ridurre la gamma SPF non limiterebbe la scelta o le possibilità del consumatore, anzi. Probabilmente gli renderebbe la vita più facile di fronte agli affollati scaffali delle protezioni solari.
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