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Vivere più a lungo? Mangiare di meno mantiene giovani (i topi)

Mangiare di meno per vivere di più. Negli ultimi tempi se ne parla come non mai. Complici alcune pubblicazioni dall’ampia eco mediatica, sembra che l’elisir di lunga vita sia a portata di tutti.

“I topi sotto restrizione calorica sono più vivaci e sono andati incontro a meno malattie. E non è solo che stiano vivendo di più, ma è perché sanno tenere meglio in forma i loro corpi che restano anche più giovani più a lungo”. Crediti immagine: Pixabay

RICERCA –  Ridurre l’introito di calorie fa diminuire l’attività dei ribosomi, cosa che a sua volta rallenta l’invecchiamento delle cellule: è quanto emerge da un nuovo studio, diffuso sulla rivista Molecular & Cellular Proteomics.

I ribosomi sono organuli cellulari responsabili della sintesi delle proteine. Quando questi lavorano di meno, producono sì meno proteine, ma hanno anche più tempo per autoripararsi. “Il ribosoma è una macchina molto complessa, un po’ come la nostra automobile, e periodicamente ha bisogno di manutenzione per sostituire le parti che si usurano più velocemente. Quando le gomme si consumano, noi non rottamiamo l’intera auto per comprarne delle nuove. È più conveniente sostituire le gomme” spiega efficacemente in un comunicato ufficiale John Price, professore di biochimica alla Brigham Young University nonché autore dello studio.

Per giungere a tali conclusioni Price e il suo gruppo di ricercatori ha tenuto sotto osservazione due gruppi di topi. Uno aveva accesso illimitato al cibo, mentre l’altro era costretto a mangiare il 35% di calorie in meno, comunque senza tagliare alcun nutriente necessario alla sopravvivenza. “Quando limitiamo il consumo di calorie, c’è un aumento quasi lineare della durata della vita” aggiunge il professore. “Abbiamo dedotto che la restrizione avesse causato dei veri cambiamenti biochimici che avevano rallentato il tasso di invecchiamento”.

Questa ricerca è la prima a mostrare che la sintesi proteica rallenta grazie al taglio delle calorie e che un ruolo chiave è giocato dai ribosomi. “I topi sotto restrizione calorica sono più vivaci e sono andati incontro a meno malattie. E non è solo che stiano vivendo di più, ma è perché sanno tenere meglio in forma i loro corpi che restano anche più giovani più a lungo” sottolinea Price.

I ribosomi usano ben il 10-20 percento dell’energia totale della cellula per costruire tutte le proteine necessarie al suo funzionamento. Perciò non avrebbe senso distruggere un intero ribosoma ai primi segnali di malfunzionamento. Ma ripararne con regolarità le singole parti rende possibile la produzione di proteine di alta qualità per più tempo. Ciò consente alle cellule – e quindi all’intero corpo – di funzionare bene.

Comunque Price avverte: nonostante lo studio metta in luce il rapporto tra un ridotto apporto calorico e una maggiore durata della vita, le persone non dovrebbero iniziare a contare le calorie sperando di restar giovani il più possibile. Il motivo? La restrizione calorica non è ancora stata testata nell’uomo come strategia anti-invecchiamento.

Proprio un recentissimo studio dell’Università di Barcellona (pubblicato su Lancet) ha dimostrato che la suddetta pratica sia uno spreco di tempo, perché basata su linee guida vecchie di trent’anni, tutte incentrate sulla demonizzazione dei grassi. Infatti una dieta ricca di grassi sani – come quelli contenuti nell’olio d’oliva – ha visto soggetti perdere leggermente più peso rispetto a quelli che attuavano un rigido controllo delle calorie.

“Stiamo andando al cuore del meccanismo dell’invecchiamento, che potrebbe aiutarci a prendere decisioni più ragionate su ciò che mangiamo” conclude Price. Per ora, il messaggio fondamentale che dovrebbe passare è uno e semplice: capire l’importanza di prendersi cura del proprio corpo.

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