IL PARCO DELLE BUFALE

Paradigmi di ricambio per il clima

Malgrado il nome, la Global Warming Policy Foundation finanzia ricerche, dagli esiti contraddittori, sulle cause del raffreddamento globale in atto

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Celebre grafico delle temperature falsificato dalla Global Policy Foundation, pubblicato da David Rose sul Daily Mail nel 2017

IL PARCO DELLE BUFALE – La creatività dei climatologi alternativi pareva esaurita quando alla custode del Parco è giunto il comunicato stampa della Global Warming Policy Foundation, la lobby britannica per l’aumento dei consumi di combustibili fossili:

Un mondo invisibile di meraviglie sotto il nostro naso

Ooooh

Nuove conoscenze delle scale temporali ultra-lunghe forniscono un nuovo approccio al clima

Londra, 6 aprile 2018. Un articolo appena pubblicato sulla rivista Physica A suggerisce che attorno a noi esiste un universo mai visto che non percepiamo perché la nostra vita è troppo breve.

Sulla rivista di Elsevier estranea alla climatologia, era uscita con un titolo meno accattivante

Falsificabilità dei modelli e modalità lunghe del clima

la “mini-rassegna” di due membri del Consiglio accademico della fondazione: Christopher Essex dell’Università del Western-Ontario che nega l’effetto serra delle emissioni di gas serra, e Anastasios Tsonis dell’Università del Wisconsin-Milwaukee, che lo nega pure lui, e dal 2004 prevede che il raffreddamento globale iniziato nel 2001 si protrarrà fino al 2030.

Come al loro solito, i due esperti di matematica applicata alla meteorologia denunciano l’incompetenza dei fisici della climatologia, i quali usano

modelli meteorologici modificati che tentano di catturare il clima in termini meteorologici.

Perciò  fanno previsioni traviate da un’ideologia allarmista, inverificabili se non dopo varie generazioni, quando saranno state giustamente dimenticate, e nelle quali il clima a lungo termine smette di variare per cause naturali come ha sempre fatto e diventa stabile.

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Figura 11.25a del V rapporto IPCC (2013) con le proiezioni dei modelli e in nero le temperature misurate, aggiornate al 2017

(I lettori non si lascino traviare da grafici traviati dall’ideologia, la custode li inserisce per bellezza.)

Essex e Tsonis utilizzano invece uno strumento teorico a prova di allarmismo e di parametri empirici:

una classe specifica della dinamica non lineare,

ovvero una versione dell’attrattore di Lorenz usato dagli anni Sessanta nei modelli meteorologici, rivista dai due autori per modificare e semplificare il proprio modello.

Esportato in ambito climatico, rivela che l’andamento pluridecennale delle correnti dell’Atlantico e del Pacifico, La Niña e El Niño inclusi, cela oscillazioni a bassissima frequenza, cicli naturali così lenti da essere impercettibili nel corso di una vita umana. Per dirla con Essex, il mondo-universo

sotto il nostro naso è al di là delle nostre capacità di misurazione, al di là della potenza dei nostri migliori computer e resiste alle nostre migliori teorie fisiche.

La termodinamica è da buttare, purtroppo. Il fenomeno

appartiene a una classe di problemi che non possiamo sfondare con dei dati, né stritolare nei nostri computer più potenti.

Infalsificabili, inverificabili, privi di una spiegazione teorica o materiale e matematicamente sia caotici che armoniosi, questi cicli  causano il dolce ondeggiare delle temperature medie sulla superficie del pianeta.

50 anni di raffreddamento globale previsti più recentemente da Tsonis – nel frattempo ha modificato un parametro del modello – saranno seguiti da un riscaldamento altrettanto moderato e di durata equivalente. Il nuovo mondo-universo ha la regolarità di un metronomo. A suo avviso, lo confermava il fatto che nel decennio 2000-2009, la temperatura media del Wisconsin era già diminuita di 1,76 °Fahrenheit in base ai dati della NOAA.

È vero che in un articolo del 2015, Tsonis attribuiva il calo all’effetto dei raggi cosmici sulla formazione delle nubi, in base al nuovo paradigma di Henrik Svensmark dell’Università tecnica della Danimarca, altro consulente accademico della Fondazione. Come per la critica dei modelli climatici più avanzati, tuttavia, la contraddizione è solo apparente: nel 2016 i risultati dell’esperimento Cloud al CERN e misure sul campo confermavano che l’effetto era ininfluente.

A questo punto

Sono necessarie finestre alternative sulle scale temporali pluridecennali per superare gli ostacoli sollevati dai problemi concreti della previsione,

concludono gli autori. Ora che le hanno spalancate, sono convinti che la scoperta delle oscillazioni lente

suggerisca la necessità di un cambiamento di paradigma nella comprensione delle proprietà e dei processi atmosferici su macroscala.

E non soltanto nel Wisconsin.

Per alcuni aspetti, il loro modello è simile a quello commissionato dalla fondazione al prof. Terence Mills dell’Università di Loughborough. Ha il vantaggio di essere svincolato da qualunque tipo di osservazioni e misure precedenti, dai metodi per ricostruire un clima pluri-millennario, cicli astronomici e oscillazioni oceaniche comprese, da rocce, alberi, reperti fossili, testimonianze storiche, carote di sedimenti o di ghiaccio…

Il comunicato stampa è senz’altro giunto anche alla BBC, spesso richiamata all’ordine dalla Global Warming Policy Foundation. Tre giorni dopo infatti, la rete pubblica riconosceva per la seconda volta di aver violato le regole dell’Autorità per le comunicazioni (Ofcom), incaricata di far rispettare la correttezza dell’informazione. Nell’intervista dell’agosto scorso, il presidente della fondazione Nigel Lawson si fidava sempre dei propri consiglieri accademici. Informava gli ascoltatori del fatto che dai “dati ufficiali” risultava che ormai “le temperature medie globali stavano calando”:

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Era uno dei “punti di vista”, smentito dal Met Office, che il conduttore della trasmissione Today su Radio4 avrebbe “dovuto contestare più vigorosamente” durante l’intervista, dichiarava l’Ofcom. Come se un povero cronista avesse l’autorevolezza sufficiente per contestare le scoperte di tanti professori universitari.

Leggi anche: Il clima, il fisico e la mucca sferica e Il modello econometrico del clima

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