I cetacei perdono udito invecchiando?
I risultati di un test uditivo su un gruppo di beluga: anche i più anziani ci sentono decisamente bene. Un risultato differente rispetto ad altri studi, condotti però in aree dall'elevato inquinamento acustico.
ANIMALI- L’inquinamento acustico negli oceani più noto è quello provocato da grandi imbarcazioni e sonar, che spesso costringono gli animali a fughe molto “costose” dal punto di vista dell’energia. Ma anche la presenza di un solo essere umano sott’acqua si sente benissimo, sia che nuoti sia che vada, ad esempio, in kayak. Che effetto ha questo rumore sull’udito dei mammiferi marini come i cetacei e altre specie? La loro capacità di sentire i rumori cambia nel tempo come la nostra, ad esempio quando invecchiano?
Se l’è chiesto un gruppo di scienziati che ha pubblicato i risultati di un test dell’udito condotto su mammiferi marini in salute, un gruppo di 26 beluga – cetacei bianchi che vivono nelle fredde acque di Alaska, Groenlandia, Canada e Russia – studiato nelle acque di Bristol Bay, Alaska. Ne è emerso che l’udito di questa specie, Delphinapterus leucas, è molto sofisticato, e gli animali che subiscono perdite di udito sono molti meno del previsto.
Aran Mooney è un biologo del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) e ha coordinato questo e un altro studio (Journal of Experimental Biology + Journal of Ecoacoustics) sull’udito dei beluga; è rimasto decisamente sorpreso dai risultati, perché studi precedenti condotti sui tursiopi avevano mostrato che invecchiando questi animali perdono udito, proprio come gli anziani umani. “Ma diversamente da questa popolazione di beluga selvatici, i delfini studiati vivevano in ambienti molto rumorosi, esattamente come molti esseri umani”, dice Mooney in un comunicato stampa.
Le attività umane negli oceani si fanno via via più estese, invasive e rumorose, ed è in quest’ottica che agli scienziati e ai conservazionisti serve quantificarne l’impatto sulla salute e sul comportamento degli animali che quegli oceani li abitano.
La perdita di udito è strettamente legata al luogo in cui viviamo? Se il posto che chiamiamo casa è molto rumoroso questo influirà sulle capacità delle nostre orecchie, come sull’udito di altre specie? Il quadro inizia a delinearsi di fronte a noi.
Test di udito per cetacei
I ricercatori hanno confrontato gli audiogrammi dei beluga – una rappresentazione grafica delle loro capacità uditive – con le misurazioni fatte a Bristol Bay, dove gli animali trascorrono l’estate, per capire se e come i rumori “ambientali” avessero un ruolo nella salute uditiva. “Nel primo paper abbiamo caratterizzato le capacità uditive dei beluga, qualcosa che ancora non era stato fatto su una popolazione di animali selvatici in salute”, spiega Mooney. “Nel secondo paper le abbiamo contestualizzate, per vedere come potrebbero servirsi delle differenze acustiche nel loro ambiente e come l’ascolto sia influenzato dal rumore ambientale naturale nel loro habitat”.
Come si misura l’udito di un cetaceo? Con lo stesso test che si usa per misurare quello di un neonato e identificare un’eventuale ipoacusia: posizionando una ventosa sul capo, dietro allo sfiatatoio, e una seconda ventosa sulla schiena. Poi si riproduce una serie di rumori non troppo forti e si registra la risposta del cervello dei beluga. Non è difficile e dura appena cinque minuti per ogni beluga, “abbiamo solo dovuto creare un sistema portatile, che si potesse portare in un ambiente estremo per condurre i test uditivi”, dice Mooney.
L’aspetto difficile è reclutare i partecipanti, ma il team si è affidato alle conoscenze di chi li cattura per vivere: i nativi dell’Alaska, che cacciano i cetacei a bordo di minuscole imbarcazioni. Con il loro aiuto hanno catturato gli animali usando una rete morbida, cercando di evitare il più possibile di causare stress o ferite, e li hanno trasportati e preparati per il test con l’aiuto di esperti nella gestione dei mammiferi marini da tre acquari: Georgia Aquarium, Shedd Aquarium e Mystic Aquarium.
Come reagisce un beluga a ventose e test uditivi? Sono rimasti abbastanza tranquilli e hanno messo in atto una strategia già osservata quando cercano di evitare scontri con le orche: si spostano in acque poco profonde e restano lì, quieti, finché la situazione è nuovamente sicura.
Così è arrivata la conferma che i beluga di queste acque ci sentono più che bene e che persino gli individui più anziani non hanno un udito particolarmente compromesso. Secondo i ricercatori, il fatto che vivano in un ambiente con poco inquinamento acustico rispetto agli animali studiati in passato (delfini dell’area di San Diego e altri in Russia) gioca un ruolo importante.
Un udito sensibile è fondamentale per muoversi, trovare le prede e comunicare con i piccoli, ma in un ambiente molto rumoroso il rischio è che diventi via via meno sofisticato. Studiando dei beluga che vivono in aree “trafficate”, ad esempio in prossimità di rotte molto frequentate, è probabile che i risultati sarebbero diversi.
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