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Allergie e intolleranze alimentari: occhio al test!

Allergie e intolleranze non sono la stessa cosa, ed è importante capire quali test effettuare per verificarne la presenza.

Un’allergia alimentare è una reazione immunitaria causata dall’ingestione di un alimento o di alcune proteine contenute in esso, che si esprime al primo contatto attraverso la formazione di anticorpi specifici chiamati IgE. Crediti immagine: Pixabay

Si stima che in Italia le persone interessate da allergie alimentari siano 1.800.000. Circa 600.000 sono allergiche al glutine, 305.000 al lattosio. Un ulteriore focus sulle intolleranze alimentari rivela che le persone intolleranti al glutine sono circa 3.000.000 mentre quelle intolleranti al lattosio supererebbero il milione (dati Ministero della Salute e Nielsen). Qual è la differenza tra allergia e intolleranza? E quali sono i test da effettuare per capire se si è allergici o intolleranti a uno specifico alimento? Ne abbiamo discusso con Lucilla Titta, biologa nutrizionista, ricercatrice presso l’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, coordinatrice del progetto di ricerca in Scienza della Nutrizione e Comunicazione SmartFood e autrice del libro La dieta del maschio (Rizzoli).

Allergie e intolleranze alimentari: cosa sono?

“Un’allergia alimentare è una reazione immunitaria causata dall’ingestione di un alimento o di alcune proteine contenute in esso, che si esprime al primo contatto attraverso la formazione di anticorpi specifici chiamati IgE. In caso di successivo contatto con l’allergene, a seguito della reazione fra l’alimento in oggetto e l’anticorpo, si libera una sostanza chiamata istamina, responsabile dei sintomi caratteristici di tutte le reazioni allergiche quali prurito, gonfiore, reazioni cutanee e a carico dell’apparato digerente, asma, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, shock anafilattico. Le allergie alimentari si possono manifestare subito dopo l’ingestione dell’alimento, a volte in modo violento.

L’intolleranza alimentare, invece, è una reazione indesiderata del nostro organismo scatenata dall’ingestione di uno o più alimenti, oppure da disfunzioni dell’apparato digerente incapace, a causa di un difetto di tipo enzimatico, di metabolizzare alcune sostanze presenti nel cibo. A differenza delle allergie, la reazione avversa a uno o più alimenti non tollerati dipende dalla quantità ingerita, ovvero è dose-dipendente, e, soprattutto, non è mediata da meccanismi immunologici. Le intolleranze alimentari si manifestano per lo più con sintomi a carico dell’apparato gastro-intestinale”.

Quali sono le allergie e le intolleranze alimentari più comuni?

“Tra le allergie più diffuse occorre ricordare quelle all’uovo, ad alcune proteine contenute nel pesce, alla frutta a guscio, al sedano, a frutti quali fragole, pesche, albicocche ecc. Le intolleranze più comuni sono due: l’intolleranza al lattosio e quella al glutine, sebbene siano diffuse anche quelle alla caffeina e all’istamina, più difficile da diagnosticare. Molto comuni sono anche l’allergia e l’intolleranza al nichel, metallo contenuto in modo variabile in tantissimi alimenti”.

Quali i test bisogna effettuare per diagnosticare un’allergia alimentare o un’intolleranza?

“Se si sospetta di avere un’allergia alimentare occorre recarsi dal medico di base che, grazie ai nuovi LEA 2017, potrà prescrivere subito gli esami ematici. In caso di esito positivo, occorrerà poi rivolgersi ad un allergologo per effettuare ulteriori test quali il prick test o il prick-by-prick, che, in entrambi i casi, prevedono il contatto cutaneo con più allergeni per valutare il grado e la tipologia di sensibilizzazione allergica.

Per ciò che riguarda la diagnosi di un’intolleranza alimentare – e sovente anche di un’allergia – bisogna fare molta attenzione. Spesso sono proposti, anche in farmacia, test che non hanno alcuna validità scientifica e che contribuiscono unicamente a ritardare la corretta diagnosi, con conseguente perdita in termini di salute, tempo e denaro. Test in vivo quali la provocazione-neutralizzazione intradermica/sublinguale, la kinesiologia applicata, i test elettrodermici (Vega/Sarm/Biostrenght), la biorisonanza, l’iridologia, l’analisi del capello, il Pulse test, lo Strenght test, il Riflesso Cardio Auricolare, così come test in vitro quali il test citotossico e il dosaggio IgG 4, oltra a possedere altisonanti nomi in apparenza scientifici, non hanno alcun riscontro circa la loro effettiva validità.

L’invito a diffidare da test alternativi è stato lanciato anche in un documento sottoscritto dal Ministero della Salute e dalle principali associazioni e società mediche italiane. Il testo in oggetto contiene un decalogo pensato per “stimolare l’attenzione della popolazione, attraverso 10 piccole regole, su questa tematica, in modo da evitare di incorrere in errore di false diagnosi”.

Il decalogo invita a rivolgersi ad uno specialista, a non effettuare autodiagnosi e a non escludere arbitrariamente alimenti dalla propria dieta, come spesso accade nel caso del glutine – frazione proteica alcol-solubile di alcuni cereali quali grano, orzo, segale – recepito in modo errato come elemento nocivo e da eliminare. In realtà, in caso di intolleranza al glutine o celiachia prima di eliminare alcuni alimenti occorre effettuare delle indagini. Nello specifico, per la celiachia, malattia data dalla reazione autoimmune al glutine che porta alla distruzione della mucosa dell’intestino tenue, i passi da compiere sono due: procedere con le analisi del sangue e, se il riscontro è positivo, effettuare una biopsia duodenale. Questo è l’unico modo per ottenere una diagnosi.

Nel caso di sospetta intolleranza al lattosio, invece, si esegue il Breath test o test del respiro: si assume una dose prestabilita di lattosio e si analizzano i gas espirati dal paziente dopo un certo periodo di tempo. La presenza del picco di idrogeno nell’aria espirata è indice di fermentazione intestinale dello zucchero che non viene assorbito da parte della flora batterica del colon”.

Esistono miti o false credenze legati a intolleranze o allergie alimentari?

“Sì, un caso celebre riguarda la presunta intolleranza al lievito, al quale si attribuirebbero poteri “gonfianti” riconducibili alle sue proprietà, che tuttavia si perdono dopo la cottura e durante la digestione. Un’intolleranza che, tra l’altro, non è riportata su alcun testo medico: un vero e proprio mito da sfatare”.

Leggi anche: Celiachia a tavola: la parola alla nutrizionista

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Milly Barba
Science Writer e Marketing Communications Director in ambito Informatico e tech. Copywriter e event planner, con oltre dieci anni di esperienza nell'organizzazione e promozione di festival ed eventi quali il Festival della Scienza di Genova. Activist @SingularityU Milan. Laureata in Letteratura Italiana e Linguistica, sono specializzata in Comunicazione della Scienza. Per OggiScienza curo la rubrica #SenzaBarriere dedicata a inclusione, accessibilità e ricerca.