I 10 libri di scienza da leggere quest’estate
Algoritmi, intelligenza collettiva, rischio ambientale, sostenibilità del sistema sanitario e disobbedienza digitale: anche quest'anno consigli di lettura di OggiScienza per tutti i gusti!
CULTURA – Come ogni anno, per OggiScienza non si può dare il via all’estate senza aver prima fatto il punto per i nostri lettori su quali sono le principali novità letterarie da portarsi in vacanza sui temi scientifici e tecnologici.
Ce n’è per tutti i gusti. Iniziamo con la fisica, e in particolare con l’Universo, che affascina sempre grandi e piccini, ma che spesso scoraggia ad avvicinarsi, per la complessità di alcuni aspetti: Qual è la natura dello spazio e del tempo? Che posto occupiamo nell’Universo? Che posto occupa l’Universo dentro di noi? Sicuramente “Astrofisica per chi va di fretta”scritto da Neil deGrasse Tyson e pubblicato in italiano da Raffaello Cortina Editore, può essere un buon punto di partenza.
Ma se l’Universo affascina, non è che la Terra sia da meno, specie se la si esplora dal punto di vista della sua storia. “Il giro del mondo in 6 milioni di anni” di Guido Barbujani e Andrea Brunelli (Il Mulino) offre la possibilità di un viaggio incredibile iniziato sei milioni di anni fa, per ricostruire la diaspora, mai conclusa, che ha iniziato quando l’essere umano ha iniziato a scendere dagli alberi, dando il via alla lunga catena di migrazioni attraverso la quale i nostri antenati hanno colonizzato il pianeta.
Un libro molto curioso che racconta la chimica e il suo ruolo nella storia delle società umane. raccontandone la storia è invece I bottoni di Napoleone. Come 17 molecole hanno cambiato la storia di Penny Le Couteur e Jay Burreson (TEA), che racconta come spesso la Storia sia frutto non tanto delle scelte fatte dall’uomo, ma delle possibilità offerte dalla scienza e dalla tecnologia.
Il nostro pianeta però sono anche terremoti, alluvioni, epidemie, inquinamento, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare, biotecnologie. Insomma: il rischio, per l’ambiente ma anche per la salute di noi abitanti, uomini e animali. “La comunicazione del rischio per la salute e l’ambiente” scritto da Giancarlo Sturloni (Mondadori) affronta agilmente i principi guida della comunicazione del rischio, ormai consolidati a livello internazionale ma ancora poco conosciuti in Italia, offrendo numerosi esempi e studi di caso chiarificatori tratti dalla storia recente e dall’attualità.
Un tema di cui si parla sempre di più negli ultimi decenni è quello dell’intelligenza collettiva, l’idea secondo cui ogni individuo, organizzazione o gruppo può trarre vantaggio dal rapporto con una mente più grande, avvalendosi del potere intellettivo di altre persone. A questo proposito “Mind. L’intelligenza collettiva che può cambiare il mondo“, il nuovo libro di Geoff Mulgan (Codice Edizioni) è sicuramente un’ottima lettura. L’autore parla di “mente aumentata” che sia il frutto della collaborazione tra le capacità umane e le potenzialità delle macchine descrivendo i primi “successi rivoluzionari “(da Google Maps ai satelliti Dove) ma anche gli eclatanti fallimenti (come il rogo della Grenfell Tower di Londra o la crisi finanziaria).
Ma cosa sono l’intelligenza, la memoria e le emozioni? Come si strutturano i processi decisionali nel nostro cervello? “Usare il cervello. Ciò che la scienza può insegnare alla politica” di Gianvito Martino e Marco Pivato (la nave di teseo) racconta tutto quello che non ci è ancora chiaro su come prendiamo le decisioni, anche quelle politiche. Descrivere il cervello significa infatti parlare non soltanto di scienza ma affrontare la società, la politica, la cultura, la nostra vita quotidiana. Questo libro racconta in modo avvincente l’architettura del laboratorio delle idee e le leggi che lo governano: avvicinarsi a questo mistero permette di intuire ciò che può fare e non può fare il cervello, prima di immaginare cosa è bene che faccia o non faccia.
Per chi si occupa di sanità invece, il libro da non perdere assolutamente sotto l’ombrellone è “La salute sostenibile. Perché possiamo permetterci un Servizio sanitario equo ed efficace” di Marco Geddes da Filicaia (Il Pensiero Scientifico Editore) dove l’autore analizza i più recenti dati sull’economia sanitaria italiana con numerosi riferimenti alla letteratura scientifica e a una serie di documenti ufficiali di istituzioni nazionali e internazionali, per evidenziare il divario esistente fra le “narrazioni” prevalenti e quella che è realtà sullo stato di salute del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Passiamo ora a qualche consiglio per chi si interessa di tecnologia e di come sta cambiando la nostra società. Un primo consiglio di lettura è “Che cosa vogliono gli algoritmi L’immaginazione nell’era dei computer” di Ed Finn (Einaudi), che spaziando da Snow Crash di Neal Stephenson all’Encyclopédie di Diderot, da Adam Smith al computer di Star Trek, esplora il divario tra orizzonte teorico ed effetti pratici, esamina lo sviluppo degli assistenti intelligenti come Siri, l’estetica algoritmica di Netflix, il gioco satirico virtuale Cow Clicker, la rivoluzionaria economia dei bitcoin, l’obiettivo di Google di anticipare ogni nostra esigenza e intenzione, le mappe di Uber, la crescita esponenziale di Facebook e molto altro ancora.
Un secondo libro molto utile è “Manuale di disobbedienza digitale“, di Nicola Zamperini (Castelvecchi) che racconta la genesi culturale delle cosiddette techno-corporation, le multinazionali che grazie alla tecnologia dominano la nostra vita quotidiana, proponendo anche una via d’uscita dalla gabbia digitale in cui siamo rinchiusi: un “ennalogo” di azioni pensate per attuare una sorta di disobbedienza e provare a fuggire dal rischio predittivo delle nostre azioni, funzione ultima di ogni algoritmo.
Infine, concludiamo con un libro che non parla di scienza in senso stretto, ma che traccia i contorni della nostra società come “L’età della finzione”. In questo libro uscito per Bollati Boringhieri, Massimo Melotti, critico d’arte, propone un’analisi dei processi di “medianizzazione” che sempre più permea la nostra società, anzitutto per il prevalere della dimensione estatica, che si celebra ovunque: sugli schermi televisivi, con l’intrusione della fiction nella cronaca e l’apoteosi del reality; nei non-luoghi plurifunzionali e multisensoriali, che mettono in scena innanzitutto i consumatori, o negli allestimenti artificiali di interi contesti naturali, deputati al divertimento di massa; nella comunicazione, con le notizie fagocitate dal «tempo reale»; nel virtuale opaco del Web, che crea effetti di ritorno ancora da decifrare.
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