SENZA BARRIERE

Centauro, il nuovo robot IIT che abbatte le barriere

Può agire tempestivamente in condizioni di emergenza e supportare le persone in caso di operazioni di recupero rischiose. Per ora è un prototipo, ma in futuro potremmo vederlo impiegato soprattutto in ambienti ostili.

SENZA BARRIERE – Alto 1,5 metri per 93 chili di peso, con spalle larghe ben 65 centimetri, il robot umanoide mutua il nome dalla figura mitologica greca metà uomo e metà cavallo, emulandone le fattezze e traendone, quasi, anche la forza.

Dotato di un’autonomia di 2,5 ore e totalmente made in Italy, Centauro prende vita grazie al lavoro del gruppo di ricerca Humanoid and Human Centered Mechatronics Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia, diretto da Nikos Tsagarakis, già autore del robot umanoide WALK-MAN, in collaborazione con l’Università Sant’Anna di Pisa.

Crediti immagine: D.Farina, IIT

Realizzato nell’ambito dell’omonimo progetto finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Università di Bonn in Germania, Centauro è fatto di materiali leggeri come l’alluminio, leghe di magnesio e titanio. È pensato per eseguire compiti estremi che richiedono l’impiego di un’ingente forza. Ha due braccia umanoidi di circa 10,5 kg ed è in grado di trasportare con ciascun braccio un peso di 11 kg, ma non è tutto.

Le quattro zampe di cui dispone possono muoversi in modo articolato, piegando e stendendo i giunti delle anche, ginocchia e caviglie, e controllando il movimento delle ruote che agiscono come “zoccoli” rotanti. Le ruote sono in alluminio, rivestite di un materiale gommoso elastico che garantisce aderenza durante gli spostamenti.

Un brillante sistema di percezione

Progettato per attraversare porte, corridoi angusti e percorrere lunghe scalinate, è testato per liberare la strada da eventuali ingorghi e per disporsi in più posizioni: da quella tipica di un quadrupede alla posizione “a ragno”, ideale per realizzare operazioni manuali.

Il vero core di Centauro, tuttavia, è nella testa, sede di un sistema di percezione costituito da telecamere, sensori di profondità (RGBD) e uno scanner laser Lidar che consente al robot una visione tridimensionale dell’ambiente. Inoltre, all’interno dei giunti, sono presenti sensori di temperatura e di movimento che garantiscono un monitoraggio continuo dello stato fisico della macchina.

Come si controlla Centauro

Il controllo in real-time è gestito da tre computer a bordo, che ricevono sia dati di movimento che informazioni dai sensori. “Centauro rappresenta una vera rivoluzione nel campo della robotica sia per la sua resilienza che per la capacità di operare in ambienti non strutturati e, pertanto, non noti”, spiega Luca Muratore, scienziato del gruppo di ricerca Humanoid and Human Centered Mechatronics Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

“Per ora si tratta di un prototipo ma ci auguriamo che, nel giro di pochi anni, possa essere di supporto a Protezione Civile e Vigili del Fuoco in operazioni rischiose e di recupero”.

Tra le qualità che lo contraddistinguono un miglioramento della parte meccanica ed elettronica e delle performance, nettamente superiori se paragonate a quelle di WALK-MAN. “A rendere efficiente Centauro, oltre al peso – poco più di 90 chili con batteria a bordo – è la sua stabilità, migliorata dalle posture spider-like e a mammifero che gli consentono di solcare i luoghi più impervi e persino la facciata di un edificio”.

Gli obiettivi per il futuro? Implementare l’autonomia del robot, oggi gestito sempre in remoto da un teleoperatore, e lavorare il più possibile sul campo per testare e migliorare le performance di Centauro.

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Milly Barba
Science Writer e Marketing Communications Director in ambito Informatico e tech. Copywriter e event planner, con oltre dieci anni di esperienza nell'organizzazione e promozione di festival ed eventi quali il Festival della Scienza di Genova. Activist @SingularityU Milan. Laureata in Letteratura Italiana e Linguistica, sono specializzata in Comunicazione della Scienza. Per OggiScienza curo la rubrica #SenzaBarriere dedicata a inclusione, accessibilità e ricerca.