WHAAAT?

Il colibrì, inaspettato e operoso seduttore

Chi avrebbe mai immaginato che, con un piumaggio già così sgargiante, il colibrì codalarga si impegnasse in picchiate a effetti speciali per conquistare la femmina?

WHAAT? Il venerdì casual della scienza – C’è chi prende il corteggiamento seriamente. Molto, molto seriamente. Come non pensare all’appariscente e maestosa coda agitata dal pavone, o alle incredibili costruzioni dell’uccello giardiniere. Molti comportamenti stimolano più sensi contemporaneamente, rendendo più difficile per i biologi quantificarli. Anche i colibrì non sono da meno, in quanto a performance raffinate: i maschi di diverse specie si esibiscono in un corteggiamento fatto di tuffi e picchiate spettacolari di oltre 30 metri.

Il colibrì codalarga (Selasphorus platycercus), in particolare, nel tempo che noi impieghiamo a sbattere le palpebre, è in grado di generare suoni intensi con le penne della coda e mostrare i colori iridescenti del suo collare, sincronizzando il tutto con la sua massima velocità orizzontale. Sulla rivista Nature Communications sono stati pubblicati i risultati su velocità, suoni e colori delle loro esibizioni studiate da alcuni biologi dell’Università di Princeton nel Rocky Mountain Biological Laboratory in Colorado.

Le piume sotto la gola del colibrì codalarga sono iridescenti: a seconda di come le si guarda, appaiono di un rosso brillante o nere (Cortesia immagine: Michelle Lynn Reynolds, via Wikimedia Commons).

Lo studio

“Le picchiate sono delle imprese davvero incredibili per uccelli così piccoli”, sostiene Benedict Hogan, ricercatore associato in ecologia e biologia evolutiva, oltre che primo autore del studio. “Sappiamo da lavori precedenti che i maschi possono raggiungere velocità molto elevate. Loro combinano quella velocità con affascinanti rumori prodotti dalle penne delle ali e della coda, e, ovviamente, con il loro piumaggio luminosamente iridescente”. Ma come fanno queste diverse componenti a incastrarsi tra loro, e come appare a una femmina una di queste picchiate?

Per questo sono stati filmati ed è stato registrato l’audio di 48 tuffi effettuati da maschi selvatici di colibrì codalarga. Poi, grazie a software di tracciamento, vengono stimate traiettorie e velocità durante le picchiate, combinate con il preciso momento in cui producono un brusio meccanico con le penne della loro coda. Per i colori iridescenti del piumaggio, però, era difficile estrapolare informazioni dai video, così il team di ricerca si è recato presso il Museo americano di storia naturale di New York (esatto, proprio quello del film “Una notte al museo” con Ben Stiller e Robin Williams). Lì hanno effettuato fotografie con diverse angolature – e con una macchina sensibile anche ai raggi ultravioletti – di alcuni esemplari di colibrì codalarga presenti nel museo. Questi uccelli, infatti, sono tetracromatici, ovvero possiedono quattro coni fotorecettori sulla retina (invece che tre, come noi) e uno di questi è sensibile alle lunghezze d’onda ultraviolette. Così, combinando le fotografie con un modello della visione a colori dei colibrì e con i dettagli del loro percorso a U, i ricercatori sono stati in grado di farsi un’idea di come appaiano all’occhio della femmina le piume iridescenti della gola del maschio durante le picchiate.

Quello che hanno scoperto è che succede tutto quasi contemporaneamente, in una vera e propria esplosione di sensazioni: prima il maschio inizia con il brusio generato dalla coda. Poi, le piume sulla sua gola, color rosso brillante, diventano visibili alla femmina, cambiando rapidamente in nere a causa della velocità e dell’orientamento: è in questa fase che il volatile raggiunge la massima velocità orizzontale. A causa dell’effetto Doppler, la femmina avvertirà anche un cambiamento nel suono prodotto dal maschio, che le sembrerà più acuto quando si avvicina e più grave quando si allontana (per lo stesso principio per cui sentiamo cambiare il tono della sirena di un’ambulanza).

Tutti questi fenomeni si verificano in una finestra di 300 millisecondi – circa la durata di un nostro battito di palpebre. Ma la tempistica dell’esibizione è davvero importante? Questo aspetto dev’essere ancora approfondito, per il momento si può solo ipotizzare che i movimenti rapidi e sincronizzati del maschio forniscano informazioni sullo stato di salute del maschio, oppure che siano semplicemente legati alle preferenze estetiche della femmina. La tempistica e il movimento, comunque, sembrano davvero fondamentali nei segnali di corteggiamento e sarà interessante cercare di capire come si sono evoluti. Forse qualcuno potrebbe rivedere un po’ la sua strategia di semplici rose e cioccolatini…

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Giulia Negri
Comunicatrice della scienza, grande appassionata di animali e mangiatrice di libri. Nata sotto il segno dell'atomo, dopo gli studi in fisica ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” della SISSA di Trieste. Ama le videointerviste e cura il blog di recensioni di libri e divulgazione scientifica “La rana che russa” dal 2014. Ha lavorato al CERN, in editoria scolastica e nell'organizzazione di eventi scientifici; gioca con la creatività per raccontare la scienza e renderla un piatto per tutti.