LIBRI

Numeri, numeri ovunque: Numeralia di Maurizio Codogno

Numeralia è un libro sui numeri, ma non è un testo di matematica. L’autore, Maurizio Codogno, ci accompagna in un viaggio alla scoperta di alcuni numeri “illustri” o curiosi.

Se dico numeri, cosa vi viene in mente? Probabilmente la prima risposta, la più automatica, sarà matematica. Se avete uno o più matematici tra le vostre conoscenze, provate allora a chiedere loro quanto, nel corso dei loro studi, hanno avuto a che fare con i numeri. Vi faccio uno spoiler sulla risposta: incredibilmente poco. Almeno in confronto a quanto si potrebbe pensare. Eppure i numeri fanno parte della nostra vita, dei modi di dire, della religione, del gioco, di libri e fumetti, anche se forse non li consideriamo più di tanto. I numeri, insomma, contano, a dispetto di tutti i giochi di parole, e ne è la dimostrazione il libro Numeralia di Maurizio Codogno (Codice Edizioni, 224 pagine, 16€).

Per esempio, perché il 3 viene considerato da tutti il numero perfetto, quando il 6 (e altri) lo sono davvero dal punto di vista matematico (ovvero la somma dei loro divisori dà il numero stesso)? E come mai troviamo spesso numeri come 99 o 1001 nei titoli dei libri? Se il 99, avvicinandosi a un numero tondo senza però raggiungerlo, “indica l’intrinseca incompletezza dell’opera d’arte, un puzzle che non potrà mai essere risolto del tutto”, il 1001 dà l’idea della completezza più totale. Sul sito di una nota libreria online, se si prova a cercare 1001 solo tra i testi cartacei in italiano, ci sono ben 42 pagine con 25 risultati per ognuna. 42. A questo numero ci torniamo.

Oppure: sapevate che il nome del motore di ricerca per antonomasia deriva da googol, parola coniata per indicare il numero formato da un 1 seguito da cento zeri (ovvero 10100)? La prima versione del loro progetto si basava su un gioco di parole molto nerd, tra la traduzione letterale “massaggio alla schiena” e l’algoritmo che “massaggiava” i backlinks, compiendo varie operazioni sui collegamenti che arrivavano alla pagina cercata. Ma oggettivamente era difficile che il nome BackRub riscuotesse grande successo, serviva qualcosa di più orecchiabile. Chissà quanti sono consapevoli di nominare quotidianamente un numero così grande…

Addentrandosi tra le pagine si scopre come venivano scritti i numeri nel passato e come questo abbia a che fare con il numero della Bestia, o in generale il significato mistico e religioso attribuito a diversi numeri, quanta matematica ci sia, in realtà, nei fumetti di Topolino e Paperino, a partire dall’iconica targa dell’auto di quest’ultimo. Le cifre, infatti, si trovano perfettamente a loro agio anche in letteratura: gli amanti di fantascienza non riusciranno a non pensare al 42 di Guida galattica per gli autostoppisti, ma anche i più tradizionalisti non resteranno delusi, con Dante. Il Sommo Poeta inserisce vari versi che si riferiscono a matematica e geometria, anche se prevalentemente nel Paradiso. Citando l’autore, “Decidete voi se è perché riteneva la matematica più vicina a Dio, oppure perché giù all’Inferno c’erano tante cose più divertenti da raccontare e quindi non aveva bisogno di infilare qualche riempitivo…”

Per i cinesi, esistono numeri fortunati o sfortunati a seconda di come si pronunciano e di quali parole si pronunciano in maniera simile, per le elezioni americane la matematica è un punto fondamentale, e tutti abbiamo un parente o amico che non si siede a tavola se si è in 13 o fa gli scongiuri quando questo numero cade di venerdì… Insomma, i numeri sembrano fare parte più della nostra vita e della nostra cultura che della matematica in sé!


Segui Giulia Negri su Twitter

Leggi anche: Storie che contano: problemi immaginari per matematici reali

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Giulia Negri
Comunicatrice della scienza, grande appassionata di animali e mangiatrice di libri. Nata sotto il segno dell'atomo, dopo gli studi in fisica ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” della SISSA di Trieste. Ama le videointerviste e cura il blog di recensioni di libri e divulgazione scientifica “La rana che russa” dal 2014. Ha lavorato al CERN, in editoria scolastica e nell'organizzazione di eventi scientifici; gioca con la creatività per raccontare la scienza e renderla un piatto per tutti.