Personale sanitario: i numeri dell’Italia
Secondo le stime OMS, entro il 2030 ci sarà una carenza mondiale di oltre nove milioni di infermieri e ostetriche, a meno che non vengano tempestivamente intraprese azioni radicali. Qual è la situazione italiana?
Quest’anno ricorre il bicentenario della nascita di Florence Nightingale, (di cui abbiamo parlato qui), figura fondamentale per l’infermieristica moderna. Nightingale fu infatti la prima ad applicare il metodo scientifico nell’assistenza infermieristica e, grazie al suo intervento, moltissime vite furono salvate. Applicando infatti la statistica all’assistenza ai malati e all’organizzazione degli ospedali, fu in grado di fornire numeri certi sulle morti che si potevano evitare, per esempio quelle dovute alla mancanza di igiene, e potenziare così l’assistenza sanitaria.
L’obiettivo di dedicare il 2020 a queste figure è, per l’OMS e i suoi partner, quello di migliorare la salute delle persone in tutto il mondo proprio attraverso le figure di infermieri e ostetriche, che svolgono servizi essenziali e che rappresentano la maggioranza del personale sanitario in molti stati del mondo. Laddove manca un sistema sanitario strutturato, infatti, queste figure spesso sono l’unica fonte di informazioni e prestazioni sanitarie disponibile. Il loro lavoro però è ancora troppo spesso sottovalutato e sottostimato.
Infermieri e ostetriche in Italia
Che gli infermieri negli ospedali italiani scarseggino lo si evince da un dato, ovvero quanti infermieri ci sono in rapporto ai medici. Secondo la FNOPI, la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, “gli infermieri impiegati nel SSN sono carenti in tutta Italia: il rapporto tra medici e infermieri, invece di essere di uno a tre come indicato a livello internazionale, crolla a volte fino a sfiorare la parità (1:1), non garantendo un adeguato impegno assistenziale. In questo senso ne mancano oltre 53mila”. Il rapporto ottimale di infermieri per medici infatti è stabilito essere di almeno 3 per ogni medico e gli stati dove la proporzione è più alta sono quelli in cui il livello di prestazioni sanitarie è più alto.
Come possiamo vedere dai grafici, ci sono regioni virtuose in Italia come l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, la provincia autonoma di Bolzano e il Veneto dove il rapporto di 3 infermieri per ogni medico è rispettato e in alcuni casi addirittura superato. La maggioranza delle regioni italiane, però, presenta un numero di infermieri compreso tra 2 e 2,9 per medico. Infine ci sono due regioni, la Calabria e la Sicilia, dove il rapporto tra infermieri e medici è inferiore a 2.
Fonte: FNOPI
La media italiana si attesta quindi a 2,5 infermieri per medico, provocando così una serie di conseguenze negative per la categoria, che deve prendersi cura di più pazienti di quanti sia possibile occuparsi in modo ottimale. Ogni infermiere, infatti, dovrebbe assistere al massimo sei pazienti, ma nelle regioni dove il numero di infermieri è più basso il rapporto diventa anche di un infermiere per undici pazienti. La carenza di infermieri obbliga quelli presenti a ricorrere a molte ore di straordinario: si stima che circa il 40% degli infermieri le svolga (circa 108mila unità su 270mila infermieri). Un numero troppo basso anche secondo l’Istituto Superiore di Sanità che infatti afferma: “considerando il numero di infermieri e ostetriche ogni 10 mila abitanti, l’Italia si colloca solo al 17° posto tra i Paesi dell’Ue, dopo i Paesi scandinavi, Irlanda, Regno Unito, Germania, Francia e Paesi dell’Europa orientale”.
Fonte: FNOPI
Un altro dato importante relativamente agli infermieri, o meglio, alle infermiere, è che circa il 78% di persone che svolgono questa professione è donna. Il numero si alza ancora di più parlando di ostetriche, la cui quasi totalità è costituita da professioniste di sesso femminile. In merito a questa professione possiamo vedere come ISTAT abbia censito nel 2017 circa 16mila ostetriche nel nostro paese, ovvero 0,28 ogni mille abitanti. La gravidanza, il parto e il puerperio sono in Italia la prima causa di ricovero ospedaliero per le donne, rendendo così il ruolo delle ostetriche fondamentale. Il lavoro dell’ostetrica non si limita infatti alla sala parto: le competenze di queste professioniste spaziano dall’assistenza pratica fino a quella psicologica, dal concepimento alla menopausa.
Fonte: Europa.eu
Come possiamo vedere da quest’immagine, l’Italia si trova tra gli ultimi paesi in Europa per numero di ostetriche ogni 100mila abitanti. Tuttavia, uno studio svolto dalla Società Italiana di Scienze Ostetrico-Ginecologiche-Neonatali afferma che i laureati e le laureate in Ostetricia faticano a trovare lavoro nel nostro paese; nel campione da loro analizzato, infatti, solo il 55% dei laureati e delle laureate nell’A.A. 2013/2014 a due anni dalla laurea lavorava come ostetrica, mentre il 42% era ancora in cerca di prima occupazione.
La situazione dei medici
Il rapporto medici/cittadini in Italia è migliore: secondo un’analisi europea sulla situazione del nostro paese, abbiamo 3,8 medici ogni 1000 abitanti, piazzandoci al di sopra della media dell’Unione (3,6).
Fonte: Europa.eu
I medici numericamente più diffusi nel nostro paese sono i medici di famiglia, che secondo i dati ISTAT ammontano a 54.411, seguiti dagli odontoiatri con 49.552 presenze. Come totale di medici nel nostro paese siamo secondi in Europa solo alla Germania: il totale di medici (di base e specialistici) in Italia è di circa 240mila, mentre in Germania di 345mila.
Diamo infine uno sguardo al nostro Sistema Sanitario in generale. Secondo i dati europei in Italia i tassi di mortalità evitabile sono tra i più bassi in Europa e i tassi di sopravvivenza ai tumori sono tra i più alti nell’UE. Tuttavia, è aumentata la spesa sanitaria a carico delle famiglie a seguito della crisi economica, portando soprattutto i meno abbienti ad avere bisogni sanitari insoddisfatti.
Leggi anche: La sicurezza alimentare? Una questione di naso
Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.
[Nota della redazione: nella prima versione dell’articolo si indicava erroneamente la ricorrenza del bicentenario della morte e non della nascita di Florence Nightingale. L’articolo è stato modificato il 6 febbraio con la correzione]