AMBIENTEIN EVIDENZA

Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico

Una guida linguistica e scientifica sul cambiamento climatico, pensata per essere una bussola e aiutarci a comprendere una realtà in continua trasformazione.

Il movimento internazionale Fridays for future (FFF), nato come adesione alla protesta pacifica di Greta Thunberg e al suo “sciopero scolastico per il clima”, ha purtroppo subito una battuta d’arresto a causa della pandemia. Non sono state più possibili le oceaniche manifestazioni di piazza viste in tutto il mondo fino a pochi mesi prima dell’emergenza sanitaria, Italia compresa. Tuttavia, i giovani di FFF non sono rimasti a guardare: il 19 marzo scorso in Italia si è tenuta una manifestazione nazionale, in piazza e a distanza tramite social, il cui motto era “Basta false promesse”.

Quando si parla di cambiamento climatico, il significato dei termini utilizzati ha un peso importante e, spesso, politico. Anche dalla corretta comprensione e condivisione del significato delle parole dipende la possibilità che si diffonda una cultura scientifica comune che porti alla consapevolezza di quali devono essere gli obiettivi da perseguire. A partire dalla condivisione degli obiettivi della Conferenza sul Clima di Parigi del 2015, che prevede un impegno a non superare i 2° C di innalzamento della temperatura terrestre.

Non a caso, nel 2020, l’anno della pandemia, i FFF di Torino hanno promosso un’iniziativa che ha “fatto scuola”, in senso letterale: il gruppo locale ha chiesto al Rettore dell’Università di Torino e ad Agorà Scienza, sezione di Public Engagement dell’università piemontese, di ampliare e approfondire con una seconda edizione il dizionario Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico.

Oggiscienza ha rivolto alcune domande a Tommaso Orusa, co-curatore del “dizionario climatico” assieme a Marco Bagliani – entrambi parte di UniTo Green Office – e a Gianni Latini della Sezione Agorà Scienza dell’università piemontese.


Come siete riusciti ad aderire alla richiesta dei FFF? Come è nata l’idea di questa seconda edizione, molto più ampia e approfondita dell’edizione 2019, di Lessico e Nuvole?

Avevamo ricevuto sollecitazioni non solo dai FFF ma anche dalle scuole e dagli insegnanti che, già nella prima edizione, avevano riscontrato come questo dizionario rappresentasse un materiale preziosissimo, che poteva essere speso in attività di didattica in tutte le materie. Non esisteva niente di questo tipo a livello di testi scolastici, che potesse avvicinasse i ragazzi al tema del cambiamento climatico partendo da zero.

Perchè per voi è urgente raggiungere una condivisione di significato sui termini? Quali sono i rischi altrimenti?

L’idea era quella di smontare tutte le false credenze e i negazionismi che appaiono sui media o che sono comunque perpetrati da altri soggetti, talvolta per ignoranza e scarsa preparazione scientifica di base. Portiamo il lettore a toccare con mano gli studi e le evidenze scientifiche e l’eventuale dibattito, nel mondo scientifico e sociale, di cui siano oggetto alcuni temi legati al cambiamento climatico. Il nostro punto di partenza è che i cambiamenti climatici esistono e sono provocati dall’azione dell’uomo, a supporto del quale esiste un’estesa letteratura scientifica.

Inoltre, nella premessa al testo, viene sottolineata una questione cruciale, linguistica e non solo, ovvero come, ‘nella maggior parte dei casi, i nuovi termini che entrano nel lessico italiano arriv[ino] dalla lingua inglese’. Sottolinearlo è importante perchè l’uso di parole inglesi all’interno di testi, scritti o orali, in italiano può avere implicazioni politico-ideologiche di varia natura. Talvolta si può trasformare in una strategia che ha l’obiettivo di offuscare il pieno significato di ciò che si sta dicendo. Spesso per rendere meno tra­sparenti le responsabilità degli attori coinvolti e mistificarne il significato.

Partendo dal tema centrale, il “Cambiamento climatico / Climate change“, come viene affrontato in Lessico e Nuvole?

Ogni capitolo è introdotto dalla frase di una persona famosa, non necessariamente parte del mondo scientifico, a rimarcare come il cambiamento climatico riguardi da vicino tutti noi. Per la C, che ha come primo lemma “Cambiamenti climatici”, abbiamo scelto la stilista Vivienne Westwood e la sua affermazione “Acquista meno, scegli meglio, fai sì che duri”. Per ogni lemma ci siamo rivolti ai maggiori esperti, abbiamo consultato la letteratura scientifica disponibile e le sue revisioni sistematiche per comprendere dove vi sia il consenso scientifico. Nel lemma in questione scriviamo:

“Con la locuzione ‘cambiamento climatico’ ci si riferisce a un cambiamento dello stato del clima che persiste per un periodo di tempo prolungato (solitamente di decadi o più) e identificabile (per esempio, attraverso l’uso di test statistici) da cambiamenti della media e/o della variabilità delle sue proprietà. Il cambiamento climatico può essere dovuto a processi naturali interni o a forzanti esterne di origine naturale, come le modu­lazioni dei cicli solari, le eruzioni vulcaniche, le variazioni nelle caratteristiche dell’orbita della Terra intorno al Sole e dell’asse di inclinazione, o antropica, come l’aumento dei gas serra in atmo­sfera derivanti dalle attività umane o i cambiamenti nell’uso del suolo. Per capire se c’è stato, o è in corso, un cambiamento climatico occorre analizzare lunghe serie di dati e valutare se si sono ve­rificati dei cambiamenti significativi nella distribuzione statistica, cioè nella media, nella variabilità o nei valori estremi delle variabili fondamentali che descrivono il clima, come ad esempio la tem­peratura dell’aria e le precipitazioni.”

Già questa definizione vuole fare chiarezza tra due scienze, vicine ma distinte, come la meteorologia e la climatologia: nel pubblico vi è infatti una non corretta comprensione della meteorologia rispetto alla climatologia, che è una statistica di lungo corso di cui non sempre si ha una percezione diretta guardano il fenomeno atmosferico circoscritto.

Questo è solo una premessa per spiegare il negazionismo climatico. Come viene poi affrontato l’argomento nel corso delle quasi 500 pagine e oltre 200 lemmi?

All’interno di Lessico e Nuvole sono presenti dei lemmi che contengono diverse chiavi di lettura. Troviamo, ad esempio, la definizione di un fisico assieme a quella di un sociologo perché è necessario evidenziare i diversi aspetti di uno stesso argomento. La percezione a livello sociale è imprescindibile. Ad esempio, al lemma “Cambiamento climatico / Climate change si collega “Negazionismo climatico / Climate Denial” definito come “quell’in­sieme di comportamenti tesi a negare l’evidenza del cambiamento climatico o la sua causa antropica”. A sua volta, questo rimanda ai lemmi “Populismo climatico / climate populism, “Evidenze del cambiamento climatico”, “Emozioni e cambiamenti climatici” curate dai sociologi.

All’interno del Lessico sono evidenziate tutta una serie metodi usati dai negazionisti per supportare o confutare il fatto che il cambiamento climatico è di origine antropica. Si tratta di tecniche che vengono utilizzate per decostruire, mistificare o alterare le evidenze scientifiche, a partire anche dagli escamotage che vengono messi in atto per alterare le statistiche.

“Giustizia climatica / Climate justice“: perché l’avete inserita nel “Lessico”? Perché è importante?

È un lemma entrato nelle notizie con una certa ricorrenza negli ultimi mesi. Si sta sviluppando all’interno della giurisprudenza una corrente che si occupa del cambiamento climatico, il “diritto climatico”. Un esempio di giustizia climatica è avvenuto molto di recente in Francia che, a seguito di una causa mossa dagli attivisti ambientali – Oxfam, Greepeace e altri – di non fare abbastanza per raggiungere il target previsto dall’accordo di Parigi, è stata condannata in primo grado dal tribunale amministrativo di Parigi.

Gli attivisti hanno ottenuto il risarcimento simbolico di 1 Euro, ma è una sentenza storica: il fatto che uno Stato ammetta di “non aver fatto abbastanza” fa sì che lentamente si stia creando un filone della giurisprudenza chiamato, appunto, giustizia climatica. La giurisprudenza, del resto, si sta già muovendo su questo terreno, basti pensare al tema del “Rifugiato climatico” e delle “Migrazioni climatiche”, anch’essi lemmi contenuti del dizionario. Esistono delle realtà in Africa, ma non solo, in cui le migrazioni sono conseguenza dei cambiamenti climatici. Il clima arido mette a repentaglio l’agricoltura basata sull’attività di piccoli contadini e pregiudica loro la possibilità di nutrirsi.

Passiamo al lemma “Bilancio idrologico”, collegato a fenomeni come alluvioni, smottamenti, frane. Difficile capire che ciò è collegato al cambiamento climatico. Come pensa sia possibile che questo concetto sia percepito dai cittadini?

Per far comprender meglio aspetti molto complicati, legati a dei freddi numeri, oltre a dei grafici commentati, in Lessico e Nuvole si trovano dei QR code che rimandano il lettore ad approfondimenti di lettura, racconti di storie di ricerca, presenti sul portale Frida dell’Università di Torino, dedicato alla divulgazione della ricerca scientifica. Il nostro intento è di far sì che si vada oltre alla definizione contenuta nel lemma.

“In un sistema di distribuzione idrica per bilancio idrologico si in­tende il processo di valutazione di tutte le componenti in ingresso e in uscita del sistema, al fine di determinare l’utilizzo della risorsa e la valutazione delle perdite idriche” scriviamo nel Lessico, ma il tema non si conclude con una definizione. La spiegazione, oltre ad essere approfondita con un esempio ha al suo interno anche la possibilità di collegare l’argomento ad altri specifici temi in ambito ambientale, poiché ogni lemma è catalogato sia alfabeticamente sia per ambito disciplinare, come quello ambientale in questo caso. Altri ambiti sono, ad esempio, quello agronomico, biologico, energetico, fisico, psicologico, giornalistico e molti altri.

Questo approccio multidisciplinare, che coinvolge 82 ricercatori sia dell’UniTo, sia del Politecnico di Torino e del CNR, nasce dalla constatazione che gli sforzi messi in atto fino a oggi, e anche quelli programmati per il futu­ro, sono totalmente insufficienti a raggiungere i traguardi promessi con Parigi. Il nostro obiettivo è cercare di dare ai cittadini e alle giovani generazioni degli strumenti affinché possano mettere in atto delle soluzioni concrete nella vita quotidiana poiché dobbiamo imparare a vivere con un clima modificato. L’edizione è stata volutamente pensata per una fruzione libera online, ma, per chi lo ritenesse utile, è possibile acquistarla anche attraverso youcanprint. Il ricavato andrà alla ricerca promossa dall’Università di Torino.


Leggi anche: Le notizie più importanti del 2020 per il clima e l’ambiente

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Immagine: per gentile concessione Fridays For Future Italia – Lessico e Nuvole

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Federica Lavarini
Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne, ho frequentato il master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico" alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA). Sono giornalista pubblicista e scrivo, o ho scritto, su OggiScienza, Wired, La Lettura del Corriere della Sera, Rivista Micron, Il Bo Live, la Repubblica, Scienza in Rete.