ATTUALITÀ

Cronaca, esteri, politica, economia, cultura, costume e sport. Quando la ricerca esce dai laboratori e incontra la società.

COSTUME E SOCIETÀ

Nani da giardino per misurare la gravità terrestre

COSTUME E SOCIETÀ - Il Fronte di liberazione dei nani da giradino, nasce nel 1995 (ben prima del famoso film che li ha resi celebri) e ha sparso in giro per il mondo le sculture di dubbio gusto che ancor oggi capita di trovare nei giardini. Un'azienda tedesca, nota nel suo paese per una lunga tradizione nella produzione di bilance di precisione ha lanciato un singolare progetto: Tthe gnome experiment". Una statuetta, in cui peso è stato determenato accuratamente alla partenza, sta viaggiando in tutto il globo e verrà pesata ad ogni tappa (con la stessa bilancia) per determinare le anomalie del campo terrestre. COSTUME E SOCIETÀ - Il Fronte di liberazione dei nani da giradino, nasce nel 1995 (ben prima del famoso film che li ha resi celebri) e ha sparso in giro per il mondo le sculture di dubbio gusto che ancor oggi capita di trovare nei giardini. Un'azienda tedesca, nota nel suo paese per una lunga tradizione nella produzione di bilance di precisione ha sfruttato l'immaginario creato da questo movimento e ha lanciato un singolare progetto: "The gnome experiment". Una statuetta, in cui peso è stato determinato accuratamente alla partenza, sta viaggiando in tutto il globo e verrà pesata in ogni tappa (con la stessa bilancia) per determinare le anomalie del campo gravitazionale terrestre. Una singolare campagna di marketing virale, ma tutto sommato i dati possono essere interessanti, anche perché a quanto pare la procedura è rigorosa. Sul sito trovate una mappa interattiva con tanti gnometti: più è grande il disegno maggiore è stato il peso della statua in quel luogo. Se poi volerte partecipare alla pesa dello gnomo non avete che da farvi avanti. L'esperimento è (c'era da spettarselo) partecipativo. Qui il video che spiega il progetto.
CRONACA

Diffidare delle imitazioni

CRONACA - Anche nella scienza, la refurtiva ha un mercato. Con una spesa modesta, alcuni businessmen aprono catene di riviste in open access nelle quali gli autori pagano per riciclare merce rubata sotto la propria firma. In cambio di una spesa ancora più modesta, gli editori che contano possono dotarsi di software in grado di identificare i plagi. Alcuni non lo fanno. Il motto "pubblicare o perire" è esagerato, ma all'università di Sidney 100 professori sono appena stati licenziati per non aver pubblicato "risultati di ricerca" nei tre anni precedenti. In tutto il mondo il numero delle pubblicazioni contribuisce agli indici che determinano stipendio, carriera o bonus, con il risultato che la quantità prevale sulla qualità e sulla credibilità di editori, riviste, autori, centri di ricerca e società scientifiche.
CRONACA

La gravità allo specchio

CRONACA - La teoria della gravità di Einstein e la fisica quantistica dovrebbero fondersi al limite noto come scala di Planck, caratterizzato da enormi energie che e da distanze minuscole. Quando si parla di lunghezza di Planck, ci si riferisce a dimensioni così piccole che, se supponessimo che questa scala equivale a un metro, allora un atomo sarebbe grande quanto l'intero Universo. Intorno a questo limite, si pensa, potrebbero apparire nuovi fenomeni: tuttavia, energie e distanze simili sono talmente remote dalle capacità sperimentali attuali, che si ritiene che testare le predizioni della gravità quantistica sia quasi impossibile
CRONACA

La prossima volta, i droni?

CRONACA (NERA) - In Camerun, nel parco nazionale di Bouba N’djida vicino alla frontiera con il Sudan, soltanto nei primi due mesi di quest'anno sono stati uccisi da 200 a 300 elefanti, oltre metà della popolazione, e il conteggio non è terminato. Giovedì scorso, il WWF aveva organizzato una conferenza stampa telefonica per un aggiornamento, dopo l'arrivo il 1 marzo di 150 soldati dell'esercito camerunese. Natasha Kofoworola, responsabile del WWF per l'Africa Centrale, ha detto che da allora nessun altro elefante sembra essere stato ucciso. I militari sono arrivati "troppo tardi", ha aggiunto, infatti le denunce si susseguono da due anni, e sono "troppo pochi" per contrastare a lungo il centinaio di guerriglieri venuti dal Sudan e dal Ciad, che uccidono gli elefanti e ne rivendono le zanne al mercato nero e con il denaro ottenuto, comprare armi
CRONACA

Ruby, il segreto dell’arancia rossa

CRONACA - L'han chiamato Ruby, e voglio sperare che i ricercatori britannici che hanno studiato uno dei prodotti tipici dell'Italia, l'arancia rossa, non volessero far alcuna allusione ad alcune vicende a corollario di certa politica recente del nostro Paese. Ruby, nel caso della ricerca pubblicata su The Plant Cell, è un gene che fa sì che le arance "tarocco" diventino rosse rosse, ma solo se esposte a temperature rigide. Di questo tipo di arancia, una mutazione dell'arancia bionda, si hanno le prime notizie storiche già nel 1600 in Sicilia. Il colore rosso del frutto deriva dalla presenza di antocianina, una sostanza antiossidante, buona per la salute. Cathie Martin del John Innes Centre, nel Regno Unito, e il suo gruppo di ricerca hanno osservato che quando Ruby viene espresso nelle arance, queste prendono la caratteristica colorazione (e quando non lo è le arance invece sono "bionde"). Stessa cosa avviene quando viene espresso nelle piante di tabacco le cui foglie diventano rosse. Sempre secondo le osservazioni, l'intensità del rosso correla con la quantità di antocianina nel frutto
AMBIENTECRONACAINFOGRAFICHE

Il peso ambientale di una tazzina di caffè

MBIENTE - Ogni mattina quando sorseggiamo la nostra tazzina di caffè contribuiamo alla deforestazione dell’Amazzonia. Il passaggio dalla coltivazione tradizionale del caffè, all’ombra degli alberi, a quella industriale al sole ha un impatto molto elevato sull’ambiente. Oggi per produrre un kg di caffè tostato sono infatti necessari 4 mc di acqua e 17 kg di materiali abiotici (sedimenti, rocce, minerali…). A rivelarlo è lo studio “Market trasformation” realizzato dal Wwf e dal Sustainable Europe Research Institute
CRONACA

Per guardarti meglio, capodoglio

CRONACA - Perché gli occhi del calamaro gigante sono così enormi? Per quanto gli scienziati abbiano calcolato e ricalcolato, non sembrava che occhi della dimensione di una palla da pallacanestro servissero per vedere meglio le prede sott'acqua, come si era ipotizzato. Ora però una nuova ricerca pubblicata su Current Biology sembra aver sciolto il mistero: servono per vedere meglio, ma solo i capodogli. Andiamo per ordine. L'anno scorso nelle reti di alcuni pescatori è finito suo malgrado un calamaro gigante di dimensioni notevoli. Già morto è stato poi conservato per l'analisi. Fra le cose più impressionanti, le dimensioni degli occhi, circa 27 centimetri di diametro. "Perchemmai?" si sono chiesti gli scienziati.
CULTURA

Feed – 1

Ognuno di noi ha le proprie strategie per distillare dalla Rete le informazioni che interessano. Prima vennero le newsletter e gli RSS, ora in tanti usano come "filtro" i social network: sappiamo bene come sfruttare quella particolare rosa di amici che immancabilmente condivide contenuti che, forse, da soli non troveremmo mai, amici che, a loro volta sicuramente utilizzano analoghi "RSS umani" per tenersi informati.
eventi

Buon Appetito. L’alimentazione in tutti i sensi – a Milano fino al 24 giugno

EVENTI - Fino al 24 giugno, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"  è possibile visitare Buon Appetito. L’alimentazione in tutti i sensi, una mostra interattiva per ragazzi e famiglie, realizzata grazie alla sponsorizzazione di Nestlé e di Sanpellegrino, Nestlé Cereali, Nestlé Motta, Perugina, Buitoni, Nesquik, Purina, Electrolux, già partner dell’i.Lab Alimentazione del museo. La mostra, progettata da Universcience (Cité des Sciences et de l’Industrie) di Parigi, in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Heureka (Finlandia) e Technopolis (Belgio),...
CRONACA

La culla del Sole ancora incerta

CRONACA - Un nuovo studio puublicato su The Astronomical Journal (qui trovate il paper su Arxiv) mette in dubbio le attuali ipotesi sul luogo natale dell'unica stella che sappiamo avere vita che ruota intorno a sè, il Sole. La gran parte delle stelle nasce in raggruppamenti (cluster) e il Sole secondo gli astronomi non avrebbe fatto eccezione. Anche la nostra stella infatti si sarebbe formata probabilmente in una nursery stellare come tante altre, per poi migrare altrove. Il luogo candidato che finora è sembrato più probabile è M67, a un cluster stellare a circa 3.000 anni luce da qui. Le stelle che compongono M67 hanno un età e una composizione chimica simile alla nostra stella e per questo ha attirato l'attenzione degli astronomi.
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