Il bosone di Higgs, scoperto poco più di un anno fa, potrebbe essere un "portale" per la comprensione dell'energia oscura, l'energia che costituisce il 70% dell'universo e la cui natura rappresenta uno dei problemi principali nella fisica contemporanea.
FUTURO - È una di quelle notizie che possono elevarti al settimo cielo, o precipitarti nella disperazione più nera... se sei un fisico teorico. O passare inosservata altrimenti. È arrivata la conferma: la particella osservata l'estate scorsa al Large Hadron Collider di Ginevra è proprio il bosone di Higgs. Nella sua varietà più ordinaria, cioè quella predetta oltre mezzo secolo fa da Peter Higgs e che tiene in piedi l'intera architettura del Modello Standard delle particelle elementari.
Nessuna magia esotica, nessuna anomalia nascosta: la conferma arriva dalla conferenza di Moriond, in Svizzera, dove le ultime analisi dei due mega-esperimenti ATLAS e CMS hanno fatto rientrare le piccole anomalie riscontrate nei dati preliminari della scorsa estate. Si tratta proprio della versione del bosone di Higgs più semplice. Un trionfo per quella generazione di fisici teorici che negli anni Sessanta e Settanta costruirono la teoria più accurata e spettacolare mai inventata dal genere umano, confermata ancora una volta in maniera spettacolare. Un monumento alla potenza del metodo scientifico.
EVENTI - Giovedì 14 marzo alle 10.30 all’Auditorium di Roma, l’INFN organizza un dibattito in occasione della presentazione del libro A caccia del bosone di Higgs (Mondadori editore) di Luciano Maiani.
OggiScienza si è occupata più volte nell'ultima settimana degli aggiornamenti sulla ricerca del bosone di Higgs annunciati nel seminario del CERN il 13 dicembre scorso:
Troppo presto per parlare di Higgs
Higgs, presumo
Un bosone per Natale
La scoperta di questa particella confermerebbe il modello standard, attualmente la teoria più accreditata sulla struttura della materia. Oggi ce ne parla una dei protagonisti, Fabiola Gianotti, responsabile del gruppo di ricerca che lavora sull'apparato sperimentale Atlas.
CRONACA - Higgs o non Higgs? Per il momento non si può ancora dire. Nel seminario tenuto al Cern il 13 dicembre, i portavoce degli esperimenti Atlas e Cms hanno presentato lo stato degli studi dei due gruppi sull'ormai celebre bosone di Higgs. I risultati, a livello teorico, non hanno sorpreso più di tanto. Del resto, era già stato annunciato qualche giorno prima della conferenza che, per risposte definitive, si sarebbe dovuto attendere il 2012. Ma qualcosa di nuovo c'è comunque, perché dalla conferenza è emerso un dato importante: le cifre. Si tratta di dati sufficienti a segnare un progresso significativo nella ricerca del bosone, ma non abbastanza da permettere dichiarazioni conclusive sull'esistenza - o la non esistenza - della sfuggente particella. Il risultato principale è che il bosone di Higgs, ammesso che esista, ha molto probabilmente una massa compresa tra 116 e 130 GeV, secondo Atlas (dove 1 GeV corrisponde a un miliardo di eV), e tra 115 e 127 GeV, secondo Cms. Indizi interessanti sono stati forniti da entrambi gli esperimenti in questa regione di masse, ma non sono ancora così provanti da permettere di parlare di una scoperta.