CRONACA - Un anno fa, questo stesso giorno, Città della Scienza, il science centre napoletano, veniva raso al suolo da un incendio doloso. Enorme era lo sgomento di tutti coloro che come noi sono sempre stati vicini al science centre e alla fondazione IDIS, che lo gestisce. Oltre al danno oggettivo enorme, quello che lasciava, e ancora lascia, senza fiato è l'evidente minaccia a chi in questo paese fa cultura e si impegna per diffondere il sapere scientifico e coinvolgere i più giovani, spesso in aree particolarmente disagiate.
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MR POD - Il 4 marzo scorso Città della Scienza, il più grande science center italiano, è stata rasa al suolo da un incendio doloso. Un vero attentato alla vita culturale dle nostro Paese, in particolare della città di Napoli. Il museo, che sorgeva nel quartiere di Bagnoli di cui era diventato parte fondante della vita pubblica, ora non esiste più, ma si stanno moltiplicando le azioni per la ricostruzione, mentre intanto continuano le indagini per scoprire chi possa aver compiuto un atto così scellerato. I blogger scientifici italiani hanno proposto la loro azione per non far calare l'attenzione su CdS, chiedendo a chi volesse di raccontare un proprio ricordo personale su Città della Scienza. Noi ci uniamo al coro e oggi vi proponiamo i ricordi di alcuni giornalisti, comunicatori, e giovani esploratori...
CRONACA (NERA) - Svegliarsi con la rabbia, e il cuore un po' a pezzi. Città della Scienza, il science centre napoletano (il più grande nel nostro Paese) non esiste più (non vi posto nemmeno il link al loro sito, il server è giù, probabilmente bruciato anch'esso). Raso al suolo, bruciato in una notte. La città di Napoli ha perso un organo vitale delle sua vita culturale, per non parlare dei posti di lavoro andati in fumo. Noi di OggiScienza siamo sgomenti. CdS la conosciamo bene, conosciamo le persone che ci lavorano, con loro abbiamo collaborato, abbiamo ammirato la tenacia nel portare avanti un progetto comune importante, anche nei momenti di difficoltà, sono amici, colleghi.
Dell'origine del rogo ancora non si sa nulla, sono già circolate voci sul dolo (qualcuno ha parlato di 4 diversi focolai) ma si tratta di nulla più che gossip. Come può vaporizzarsi in una sola notte una struttura così grande? Evidentemente può (da ricordare che sorgeva in un vecchio stabilimento siderurgico degli inizi del '900, la cui anima era di legno). Qualcuno fa notare che ci sono un po' troppe coincidenze: quattro capannoni che bruciano in una notte come cerini, proprio il lunedi sera quando è tutto chiuso e non c'è pericolo per nessuno (e quasi nessuno a dare l'allarme). Se dolo è lo scopriremo presto. Se non lo fosse, resta una magra consolazione.