archivecomportamenti sessuali

ricerca

Alla scoperta della riproduzione suicida nei mammiferi

CRONACA - Dura la vita per i maschi appartenenti ad alcune specie di Dasyuridae, una famiglia di marsupiali diffusa in Australia, Nuova Guinea e Sudamerica: trascorrono, infatti, la quasi totalità del loro ciclo vitale da individui sessualmente immaturi e, non appena hanno la possibilità di riprodursi, muoiono di stenti subito dopo l'accoppiamento. In queste specie, infatti, circa il 90% dei maschi rimane senza vita immediatamente dopo l'atto sessuale, mentre il restante 10% muore nei giorni successivi. In generale, solo i più fortunati riescono ad accoppiarsi con più di una femmina nell'arco di pochi giorni, mentre nessuno è in grado di affrontare due diverse stagioni riproduttive. La causa che determina la morte è proprio il lungo e debilitante accoppiamento, che in alcune specie può durare fino a 14 ore ininterrotte. Al termine della copula, infatti, il decesso sopraggiunge a causa del collasso del sistema immunitario, determinato dalla presenza nel sangue di concentrazioni estremamente elevate degli ormoni dello stress, a loro volta dovute alla soppressione del meccanismo che ne regola i livelli in circolo. Insomma, un collasso fisiologico dovuto ad una strategia riproduttiva molto singolare, paragonabile al suicidio
ricerca

Sesso dopo la morte

Vivere solo tre-quattro mesi ma riprodursi dopo un anno e mezzo dalla nascita? Non è il contenuto di un film di fantascienza, ma l'ennesima stranezza che giunge dalla straordinarietà della realtà naturale: la scoperta riguarda un piccolo e coloratissimo pesce che viene comunemente allevato dagli appassionati di acquariofilia di tutto il mondo, il guppy (Poecilia reticulata), e porta la firma di David Reznick, professore di biologia presso la University of California, che da anni conduce ricerche su questa specie nel 'laboratorio naturale' costituito dalla fitta rete di fiumi e torrenti dell'isola di Trinidad.
ricerca

Agricoltori per caso

CRONACA - Gli uccelli giardinieri (Famiglia Ptilonorhynchidae) sono da sempre famosi per gli straordinari pergolati che costruiscono con estrema fantasia e geometria per attrarre le femmine. Nel corso degli anni, questa loro abilità è stata sotto l'occhio attento dei ricercatori di tutto il mondo che hanno scoperto aspetti sempre più singolari del loro comportamento sessuale: straordinario è il caso del grande giardiniere grigio (Ptilonorhynchus nuchalis), che con la perfetta architettura del suo pergolato e la disposizione dei sassi secondo un preciso ordine costringe le femmine a visitare la propria arena sessuale da una prospettiva distorta che lo rende più grosso, quindi più sessualmente attraente. Altre specie, invece, utilizzano fiori e semi allo scopo di conquistare le potenziali partner riproduttive, selezionandoli accuratamente per forma e per colore. Oggi, emerge come questa attenta selezione possa influenzare non solo le chances di accoppiamento dei maschi, ma anche il successo riproduttivo delle piante predilette dai giardinieri. Dalle pagine della rivista Current Biology, un gruppo di ricercatori ha infatti documentato come la presenza degli uccelli giardinieri della specie Ptilonorhynchus (Chlamydera) maculata favorisca la germinazione delle piante di Solanum ellipticum, i cui frutti sono utilizzati nei display sessuali