Tutti i modelli sono sbagliati, diceva George Box, ma alcuni sono utili. Dopo il Niño torrido del 1998, alcuni anni sono stati più freddi della media, un'occasione d'oro per capire se e come complicare i modelli climatici a lungo termine e - forse - migliorare quelli a breve.
Non è giusto che i cronisti siano gli unici a soffrire di rapportite. Appena finito di scaricare il terzo volume del quinto rapporto dell'IPCC, è arrivato uno tsunami di rapporti e ricerche che lo rendono obsoleto. Segue rassegna biblio-gemebonda.
Le ricerche sui cambiamenti climatici continuano a correggere e completare le precedenti. Tra le pubblicazioni recenti, segnaliamo quelle che ci sembrano importanti a cominciare da quella che i cosiddetti scettici fraintendono e/o accusano di falsificazione.
I provvedimenti per mitigare gli effetti del riscaldamento globale erano assenti dalla campagna per le presidenziali. Poi l'uragano Sandy ha devastato quel che restava di Haiti, e riclassificato "tempesta tropicale" si è abbattuto sul nord-est degli Stati Uniti e sui politici.
Una ricerca dell'Istituto Goddard della NASA, uscita sui PNAS, analizza le temperature estive degli ultimi sessant'anni e conferma che ondate di calore, siccità e incendi son diventate più frequenti. Le emissioni di gas serra hanno "truccato" la distribuzione casuale della variabilità.
Nature Geoscience anticipa on-line il secondo lavoro sul clima coordinato da Myles Allen, dell'università di Oxford, e firmato da decine di autori appartenenti a centri di ricerca sparsi tra Gran Bretagna e Nuova Zelanda. Sono stati aiutati da oltre ventimila volontari che hanno scaricato il programma BOINC sul proprio computer e forniscono la potenza di calcolo necessaria per elaborare le simulazioni del clima futuro.