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Perché acuto è piccolo

Una ricerca di Valerio Parise, dottorando dell'Università di Oxford, offre nuovi suggerimenti sull'origine e la funzione della sinestesia A nera,...

E il fiore fu

Uno studio dell'Università della Florida fornisce nuove informazioni sull'evoluzione dei fiori 130 milioni di anni fa il nostro pianeta tutto...

La storia dell’X

Doris Bachtrog, genetista dell'Università di Berkeley, in California studia l'evoluzione del cromosoma sessuale femminile e avanza nuove ipotesi sui vantaggi della riproduzione sessuata

Quando collaborare conviene

Lavorare in squadra non è facile, in ufficio come nell’evoluzione. Eppure non è detto che il furbetto dell’ufficio accanto abbia sempre la meglio. Agire solo per il proprio utile, a volte, può essere svantaggioso; almeno biologicamente parlando. E infatti, uno dei più grandi rompicapi dei biologi è capire come il comportamento collaborativo si concili con la teoria dell’evoluzione. La cooperazione sembrerebbe in contraddizione con i principi evoluzionistici: se solamente il più adatto sopravvive, i geni legati al comportamento dell’individuo che lavora per beneficiare la popolazione in cui vive non sarebbero ereditati e quindi, col tempo, il comportamento cooperativo, scomparirebbe. Ma forse non è così. È quanto mostra una ricerca dell’istituto americano MIT appena pubblicata su Nature che risolve il rompicapo come fosse un gioco. Anzi, con la teoria dei giochi.
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