Il mare intorno al relitto
AMBIENTE - A vederlo lo scafo della nave da crociera Costa Concordia, buttato lì su un fianco, a dominare la vista dal porticciolo dal paesino di Giglio Porto (se decideste di andare a farvi le vacanze al Giglio sarebbe praticamente impossibile non vederla) fa pensare a una balena spiaggiata e agonizzante. Non è un bel vedere, sia per la bruttezza in sè, sia per l'onnipresenza, ma soprattutto perché fa pensare continuamente all'incidente e ai morti. E non è un bel vedere anche perché la sensazione è quella di trovarsi di fronte a una bomba a orologeria ambientale: lo scafo resta infatti una minaccia per l'ambiente marino in cui si trova immerso.
A sei mesi dall'incidente qual è lo stato del mare intorno a questo meraviglioso tratto di costa italiana?
Fin dai primissimi momenti dopo in naufragio la situazione ambientale è stata monitorata da ISPRA congiuntamente con ARPAT. "Come ISPRA siamo stati chiamati immediatamente dopo l'emergenza, abbiamo partecipato ai tavoli iniziali quando la situazione non era ancora chiara, " spiega Luigi Alcaro, responsabile per le emeregenze marine di ISPRA. "Insieme ad ARPAT abbiamo elaborato un piano di monitoraggio ambientale, sia sulla stato dell'acqua che dei fondali