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Trovare la rotta “a naso”

NOTIZIE - Secondo una ricerca pubblicata la scorsa settimana sul Journal of Experimental Psychology i piccioni viaggiatori utilizzerebbero l’olfatto per orientarsi in volo e ritovare la strada di casa. Secondo quanto scrivono Anna Gagliardo, dell’Università di Pisa, e colleghi nel cervello dei piccioni ci sarebbero delle vere e proprie mappe olfattive del territorio, che l’animale userebbe per muoversi. Altra particolarità: è principalmente la narice destra a raccogliere l’informazione utile alla navigazione, se infatti viene tappata i piccioni si dimostrano disorientati, cosa che non avviene quando si tappa la destra. Per farci spiegare i dettagli della scoperta abbiamo raggiunto telefonicamente Giorgio Vallortigara, vice-direttore del Centro Interdipartimentale Mente e Cervello dell’Università di Trento, che ha partecipato allo studio

Partita aperta fra Lui e Lei

LA VOCE DEL MASTER - “How our minds, Society and Neurosexism Create Difference” (come le nostre menti, la società e il neurosessismo creano le differenze) e “The flaws in the Science of Sex Differences” (le imprecisioni nella scienza delle differenze sessuali): così sottotitolano Cordelia Fine e Rebecca M. J. Young i rispettivi “Delusions of Gender” e “Brain Storm” (recensiti da Science magazine, dicembre). I sottotitoli lasciano ben intendere il taglio dei due saggi. Ci si muove in un contesto delicato, dove la partita non è mai chiusa: le differenze di genere. Comportamenti violenti, reazioni fisiche, tendenza alla focalizzazione del pensiero sul sesso, abilità matematica? Le inevitabili conseguenze di quel sei volte e mezzo in più di materia grigia presente nel cervello uomo! Estrema disponibilità e comprensione, abilità di gestire in contemporanea caffè, bambini e altre mille faccende? Frutto della strutturazione e della quantità di materia bianca nel cervello femminile! Studi e conclusioni che spesso hanno il retrogusto di strumentalizzazione scientifica volta definire oggettivamente una differenza di genere che giustificasse una gerarchia intellettuale o collocasse inderogabilmente gli uomini o le donne “al loro posto”.

Viaggio nel cervello dei malati

LIBRI - Una guida per i professionisti della salute, perché abbiano coscienza di ciò che i loro gesti determinano nella mente dei pazienti, e una lettura affascinante per tutti coloro che si interessano di neuroscienze, alla scoperta di ciò che accade nel cervello dei malati, dall’apparire dei primi sintomi fino alla terapia. È il viaggio che Fabrizio Benedetti, docente di fisiologia all’Università di Torino e ricercatore dell’Istituto nazionale di neuroscienze, compie in The patient’s Brain, edito dalla Oxford University Press. «L’ipotesi centrale del libro è che il rapporto medico-paziente sia un sistema sociale basato su processi cerebrali, che funziona come un meccanismo di difesa e la cui evoluzione può essere seguita a partire dagli organismi più semplici fino all’uomo» spiega lo scienziato.

Come ti studio la retina col rivelatore di particelle

CRONACA - Visti da un fisico particellare, gli occhi sono rivelatori d'immagini che possono raccogliere diversi tipi di dati, come luce e buio, colori e moto. In particolare la retina, un sottile tessuto situato nella parte posteriore dell'occhio, funziona come un rivelatore biologico di pixel: rivela la luce e la converte in segnali elettrici, che arrivano quindi al cervello attraverso il nervo ottico. I neurobiologi sanno che in questi processi è coinvolto un gran numero di cellule, ma non è ancora noto con esattezza né quante siano, né cosa facciano o come interagiscano.

La melodia del parlato

NOTIZIE - Ci sono persone che quando parlano ti incantano. Il suono delle parole, il ritmo del discorso, il tono della voce, ogni singolo ingrediente sembra fatto per catturarti piacevolmente. Si tratta di una caratteristica che tutti, in modo più o meno evidente, possediamo: gli scienziati l’hanno chiamata prosodia ed è determinata dall’insieme dell’intonazione del discorso, il ritmo, la velocità, la frequenza del suono e la qualità della voce, tutti elementi che servono a veicolare il passaggio dell’informazione linguistica ed emozionale da un individuo all’altro. Lisa Aziz-Zadeh e Tong Sheng dell’Università della Southern California, e Anahita Gheytanchi della Pacific Graduate School of Psychology hanno studiato come la percezione e la produzione della prosodia sono legate a livello neurale a scoprendo anche che gli individui con un tasso maggiore di prosodia nei loro discorsi sono anche quelli con i punteggi più alti nei test standardizzati per misurare l’empatia, la capacità di cogliere e sintonizzarsi sulle emozioni altrui. Questo suggerisce che la prosodia è importante per i legami sociali fra gli individui, anche se non è ancora chiaro se le maggiori capacità empatiche rendano i discorsi degli individui più prosodici o se invece sia il contrario (o se non vi sia alcun legame, per questo gli scienziati vogliono approfondire la questione con studi ulteriori)

Donne e uomini: per natura o per cultura?

LIBRI - “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”. Così scriveva John Gray, uno dei più grandi esperti di psicologia delle relazioni, nel suo libro più noto, pubblicato con questo titolo. Negli anni ’90 il suo è stato il libro in assoluto più acquistato, dopo la Bibbia; ne sono stati venduti 30 milioni di copie in tutto il mondo, con traduzioni in 40 lingue. Segno che il rapporto tra uomini e donne ai lettori interessa.

Pratica si, ma con cervello

NOTIZIE - Studi hanno dimostrato che, se si tratta di imparare un movimento preciso, è molto più efficace eseguirlo più volte insieme ad altri movimenti simili, che ripeterlo pedissequamente fino alla nausea. Un nuovo studio su Nature Neuroscience ha messo in evidenza i meccanismi neurali che sottendono questo fenomeno. Carolee Winstein , dell’Università della Southern California, e colleghi hanno diviso 59 soggetti in sei gruppi. A tre veniva chiesto di far pratica con un movimento del braccio piuttosto impegnativo, agli altri tre di eseguire il movimento insieme ad altri compiti collegati. Come o previsto i secondi tre gruppi ottenevano punteggi più alti di apprendimento dopo un certo lasso di tempo.
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