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Quando il medico lavora troppo

LA VOCE DEL MASTER - Vi renderebbe nervosi, salire sull’aereo in partenza per le vacanze e scoprire che il pilota ha già lavorato durante la notte e dormito meno di sei ore? È quello che spesso accade ai pazienti nelle corsie di ospedale o nelle sale operatorie. Nonostante il lungo periodo di training i medici non sono immuni dalla mancanza di sonno e dalla conseguente carenza di attenzione nelle attività svolte dopo la notte passata di guardia d’ urgenza. Le disattenzioni possono aumentare i rischi di complicanze per i pazienti, mentre per i medici la mancanza di un sonno continuato per almeno 6 ore, può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Come fanno notare i medici canadesi Noni Mc Donald e Ken Flegel, in una rassegna che verrà presto pubblicata sul Canadian Mediacal Association Journal, la deprivazione di sonno provoca un calo di attenzione simile a quello che si raggiunge quando l’ alcool test segna 0,05%. Uno studio del 2010 (durato ben 10 anni) ha monitorato le complicanze e sequele negative in pazienti operati da chirurghi già stanchi, che si sono rivelate ben più gravi di quelle osservate in letteratura per gli stessi interventi. Come osservano Mc Donald e Flegel la medicina oggi permette di salvare persone da malattie che fino dieci anni fa erano considerate mortali. Questo successo scientifico richiede però sforzi molto più gravosi ai medici sia fisici che di performance mentale anche perché la complessità degli interventi e delle pratiche di terapia intensiva richiedono molta più attenzione e dedizione che in passato

Il fumo, il fisco e il motore di ricerca

WEB&NEW MEDIA - Negli Stati Uniti, le cause di morte prematura sono nell'ordine il tabacco (435.000 vittime; il 18,1% del totale), la dieta sbagliata e l'inattività fisica (365.000; 15,2%), l'alcol (85.000; 3,5%). Come nel caso di altre tossicodipendenze, l'effetto del prezzo maggiorato è difficile da valutare. Per l'economista della sanità Mark Stehr, per esempio, circa il 10% dei fumatori cerca di smettere di fumare mentre più del doppio cerca di procurarsi sigarette non tassate, ma con ampi margini d'incertezza dovuti a una carenza di dati affidabili - cioè agli acquisti nelle riserve indiane e altri luoghi esentasse, al contrabbando e alla violazione dei divieti di vendita ai minorenni. Per aggirare l'ostacolo, John Brownstein della Harvard Medical School e due suoi colleghi hanno analizzato le ricerche fatte dagli americani con Google dal 2004 al 2010 per stimare l'impatto di un'imposta aggiuntiva di 0,60 dollari applicata in tutto il paese, meno i luoghi esentasse, nel 2009. L'hanno confrontato con quelle fatte in Canada dove l'imposta è rimasta invariata; in Florida e nello stato di New York prima e dopo una tassa locale.
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