FOTOGRAFIA - Nel caso ve la foste persa qualche giorno fa, ve la riproponiamo: è l'immagine di un vasto sistema fluviale osservato (dalla sonda Cassini) su Titano, la luna di Saturno, la cui immagine è stata resa pubblica pochi giorni fa dall'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea. Il sistema descritto come simile a quello del fiume Nilo sulla Terra, si estende per oltre 400 km. Naturalmente si tratta di un fiume in cui gli scienziati ritengono scorra metano o etano liquido, ma l'immagine è spettacolare (qui la trovate ad alta risoluzione e completa). La Missione Cassini–Huygens è un progetto cooperativo fra la NASA, l'ESA e l'ASI, l'Agenzia Spaziale Italiana
CRONACA - Provate a immaginare di avere di fronte a voi un muro di ghiaccio, alto oltre venti chilometri e che si estende a perdita d'occhio fino (e oltre) all'orizzonte. Un panorama mozzafiato del genere lo potete trovare unicamente su Giapeto, la terza (in ordine di grandezza) luna di Saturno. Giapeto è l'unico pianeta noto ad avere una catena montuosa ad anello, una vera e propria linea visibile dallo spazio che lo cinge per ben il 75% della sua circonferenza, esattamente sull'equatore (più di 200 chilometri totali). Gli astronomi si sono spremuti il cervello per trovare una spiegazione di questa struttura davvero singolare, ma non sono ancora arrivati a un accordo. Ora il team di Andrew Dombard, planetologo dell'Università dell'Illinois a Chicago, ha pubblicato sul Journal of Geophysical Research-Planets, una nuova e suggestiva ipotesi, avanzata in base ai risultati di alcune simulazioni.
CRONACA - Messa insieme dagli astrofisici dell'Università di NAnates (e presentata pochi giorni fa al meeting di EPCS-DPS di quest'anno) quest'immagine spettacolare è un paziente collage delle immagini di Titano (la più grande luna di Saturno) raccolte negli utlimi sei anni anni dalla missione Cassini.
Si taratta di tutte le immagini all'infrarosso raccolte in oltre 70 flyby (voli di avvicinamenti) compiuti dalla sonda. L'infrarosso è necessario per vedere oltre alla spessa coltre di nuvole di metano che ricopre il satellite. In questo modo si è potuta ricostruire un'immagine complessiva della superficie del pianeta.
NOTIZIE - Grazie al telescopio spaziale Erschel (ESA) gli astronomi del Max-Planck-Institut für Sonnensystemforschung, di Katlenburg-Lindau in Germania, sono riusciti a determinare l'origine dell'acqua contenuta negli strati alti dell'atmosfera di Saturno.
Il satellite Encelado emette corposi getti di vapore acqueo dalla regione polare (sud) e questo vapore va a formare un enorme anello di gas intorno a Saturno (il raggio dell'anello corrisponde a dieci volte quello di Saturno, per una larghezza pari a un raggio). Circa il 2/3 % dell'acqua contenuta nell'alta atmosfera di Saturno arriva proprio da lì, questo è quanto emerge dalla simulazione effettuata da Paul Hartogh e il suo team, che hanno usato i dati di Herschel.
NOTIZIE - Il fenomeno è stato inizialmente rilevato il 5 dicembre del 2010, dagli strumenti della sonda Cassini (la missione sviluppata dalla NASA, in collaborazione con ESA e ASI, che è entrata nell'orbita di Saturno il 30 giugno 2004) e ieri sulla rivista Science sono stati pubblicati i risultati più approfonditi ottenuti grazie alle osservazioni del Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (ESO) che si trova in Cile.
Nell'emisfero nord di Saturno si è sviluppata una tempesta così potente da estendersi in tutto il pianeta e per la prima volta un fenomeno di questo genere è stato osservato con gli infrarossi termici, permettendo di valutare le differenze di temperatura. Si tratta di tempeste piuttosto rare che sono state osservate solamente sei volte dal 1876 a oggi, l'ultima risale infatti al 1990. L'atmosfera del pianeta Saturno è solitamente calma, ma circa una volta all'anno (che corrispondono a una trentina di anni terrestri), con l'arrivo della primavera nell'emisfero nord del pianeta, dalla zona sotto le nuvole l'aria calda sale e provoca fenomeni simili ai temporali, che possono estendersi e amplificarsi.
LA VOCE DEL MASTER – Proposta una nuova ipotesi sulla formazione degli anelli di Saturno: che sia quella buona? Gli anelli sarebbero il frutto della distruzione di un grande satellite causata dalle immense forze mareali di Saturno. L'ipotesi è stata avanzata da Robin Canup, astrofisica del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, in un articolo pubblicato il qualche giorno fa su Nature. La proposta di Canup chiarirebbe anche alcuni punti finora oscuri sulla formazione delle lune di Saturno più interne e vicine al pianeta.
Secondo Canup un satellite delle dimensioni di Titano (la più grande fra le lune di Saturno), costituito da un manto di ghiaccio e da un nucleo roccioso, si sarebbe “sbriciolato” per via delle forze mareali e gravitazionali di Saturno. Queste spinte gravitazionali avrebbero separato il ghiaccio più esterno dal centro roccioso del satellite. A causa dell'orbita a spirale che percorreva, infatti, il satellite si sarebbe avvicinato troppo alla superficie di Saturno, dando modo alle forze mareali di disintegrarlo. Mentre il nucleo roccioso probabilmente si schiantò sul pianeta, il mantello ghiacciato restò intorno al gigante gassoso, dando origine al sistema degli anelli, allora circa 1000 volte più grande di quanto non appaia oggi
NOTIZIE - È tenue, ma c’è: Rea la luna di Saturno ha un’atmosfera composta da ossigeno e anidride carbonica. Purtroppo devo subito sopire gli entusiasmi di chi come me da bambina rubava gli Urania e passando ore e ore a fantasticare su marziani, venusiani e, ora, reiani: i dati raccolti dalla sonda Cassini danno sì prova della prima atmosfera a base di ossigeno che si sia mai osservata al di fuori del nostro pianeta, ma il pianeta è incredibilmente ghiacciato e l’atmosfera incredibilmente tenue.