“Gli argonauti riuscirono a passare attraverso lo stretto di Messina, sopravvivendo ai mostri Scilla e Cariddi, e così fece anche Enea. Ma l’Homo sapiens? Come ci è arrivato in Sicilia?”. Un’introduzione di Giovanni Lelli dell’Enea, presentando i risultati dell’ultima ricerca che, dopo due anni di collaborazioni tra le Università di Roma, Napoli, Palermo, Trieste e Messina, il Max Planck Institute, l’Australian National University, l’ISPRA e l’IAMC-CNR ha gettato nuova luce sulla presenza dell’Homo sapiens sull’isola. O meglio, su come ci è arrivato. Lo studio verrà pubblicato sul Journal of Geological Society of London, ed è stato presentato il 17 settembre a Roma presso la sede dell’Enea.
CRONACA - A largo di Capo Passero, la punta più a sud della Sicilia, sta per esser avviata la costruzione di un grande telescopio sottomarino a 3.500 metri di profondità, destinato a captare le particelle più elusive dell’Universo, i neutrini di altissima energia provenienti dai confini più remoti della Via Lattea. Anche se non viaggiano più veloci della luce (come i dati preliminari dell’esperimento Opera avevano lasciato intendere), i neutrini serbano comunque una miniera di segreti ancora da scoprire. Il progetto europeo, al quale l’Italia partecipa con l’Istituto nazionale di fisica nucleare grazie a un finanziamento di 20,8 milioni di euro, si chiama Km3NeT (acronimo che sta per “telescopio per neutrini di chilometri cubici”) ed è una delle ricerche di punta individuate dalla Commissione Ue per la fisica del futuro. Una volta ultimata, l’opera sarà la seconda più maestosa dopo la Muraglia Cinese. Di questo e delle altre avventure in corso all’acceleratore Lhc di Ginevra, si parlerà domani a Catania in occasione della conferenza “Esploratori dell’invisibile”, organizzata dall’Infn, alla quale si sono prenotati più di 1.200 studenti. Sarà possibile seguire l’evento via streaming.