Scienza e natura a Palermo e dintorni
Una visita in un osservatorio astronomico o una passeggiata nell'orto botanico: sono alcune delle possibilità offerte a chi si trova a Palermo, per uscire dagli itinerari turistici più tradizionali.
COSTUME E SOCIETÀ – State trascorrendo le vacanze nella zona di Palermo e, tra una panella e uno sfincione, vi è venuta voglia di allontanarvi dagli itinerari turistici tradizionali? Non resterete delusi. Il capoluogo siciliano e la sua provincia hanno molto da offrire agli appassionati di scienza e natura. Ecco alcuni consigli.
In città
Museo della Specola dell’Osservatorio Astronomico G. S. Vaiana
Il museo, situato alla sommità della torre pisana dello splendido palazzo dei Normanni, espone una collezione di strumenti astronomici risalenti al XVIII e al XIX secolo, molti dei quali facevano parte della dotazione iniziale della Specola. Fondato nel 1790 per volontà del re Ferdinando I di Borbone, l’osservatorio si dotò da subito della migliore strumentazione esistente all’epoca. Tra gli strumenti più importanti, spicca un Cerchio altazimutale di 5 piedi di diametro realizzato dal celebre ottico inglese Jesse Ramsden. Il primo gennaio 1801 l’astronomo Giuseppe Piazzi, allora direttore della Specola, utilizzò questo strumento per scoprire Cerere, il più grande asteroide del Sistema Solare interno. Oltre al Cerchio di Ramsden, nel museo sono conservate altre preziose apparecchiature d’epoca come telescopi acromatici, barometri, termometri e un sestante.
Orto botanico
Esteso su una superficie di circa 10 ettari, l’orto botanico di Palermo è il più grande d’Europa. Istituito nel 1779 dalla Regia Accademia degli Studi di Palermo come giardino in cui coltivare piante medicinali da utilizzare a scopo dimostrativo, nel corso del XIX secolo è andato arricchendosi di numerose specie sconosciute e piante rare grazie all’apporto degli orti botanici del Nord Europa, in particolare quello di Berlino, che scelse Palermo per il clima adatto a ospitare piante esotiche provenienti da diverse parti del mondo. Oggi l’orto ospita oltre 12 000 specie vegetali. Tra queste spiccano un gigantesco esemplare di Ficus macrophylla, importato dalle Isole Norfolk nel 1845, e le numerose specie di ninfee dell’Aquarium. All’interno dell’orto è presente anche una banca del germoplasma, nata per salvaguardare il patrimonio genetico della flora mediterranea attraverso la conservazione dei semi delle specie endemiche rare o a rischio di estinzione.
Museo della radiologia
Gli appassionati di medicina e storia della scienza non possono non visitare questo piccolo museo ospitato all’interno del padiglione di radiologia del policlinico cittadino. Inaugurato nel 1995 in occasione del centenario della scoperta dei raggi X, nelle sue sezioni è possibile ripercorrere la storia della radiologia attraverso documenti e strumenti d’epoca, risalenti al XIX secolo. Un intero settore è dedicato al fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen e alla sua scoperta dei raggi X, mentre in un’altra ala sono ricostruite le vite dei pionieri della radiologia italiana e siciliana. Notevole interesse scientifico rivestono la collezione di tubi radiogeni e di tubi a raggi catodici e quella di radiogrammi di inizio Novecento.
In provincia
Parco Astronomico GAL Hassin di Isnello
GAL sta per Galassia, mentre Hassin significa “torrente freddo” ed è il nome che aveva Isnello – piccola località nel cuore delle Madonie – durante la dominazione araba. Inaugurato lo scorso anno, il parco astronomico è al tempo stesso un centro internazionale per le scienze astronomiche – uno dei più avanzati d’Europa – e un importante polo didattico-divulgativo, il primo di questo tipo a sorgere nel Sud Italia. Nel polo sono presenti moltissime attrazioni, tra cui un planetario digitale con cupola di 10 metri di diametro, una terrazza osservativa a copertura mobile dotata di dodici telescopi e binocoli connessi a computer, un radiotelescopio con parabola da 2,3 metri di diametro e un museo astronomico dotato di due ampie sale espositive. Il parco ospita anche un laboratorio astronomico all’aperto dotato di strumentazioni di vario tipo – orologi solari, il cerchio di Ipparco, il plinto di Tolomeo – grazie alle quali è possibile ripercorrere la storia del rapporto tra gli esseri umani e lo studio della volta celeste.
Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago
Il bosco della Ficuzza, riserva di caccia di Ferdinando I di Borbone all’inizio dell’Ottocento, è una delle aree boschive più belle e incontaminate della Sicilia. La riserva si trova a circa cinquanta chilometri da Palermo, tra Corleone e Villafrati, e ha un’estensione complessiva di oltre 7300 ettari. Nel territorio coesistono ambienti estremamente diversificati: oltre al bosco sono presenti prati, strapiombi rocciosi, aree brulle e numerosi gorghi, ovvero stagni temporanei di notevole importanza per le specie vegetali e animali che ospitano, tra cui le tartarughe palustri e vari insetti che hanno sviluppato specifiche capacità di resistenza alle lunghe fasi di secca. La flora del bosco è molto variegata e oltre a lecci, querce, sugheri, aceri campestri e altri grandi alberi, comprende numerosi endemismi rupestri come il fiordaliso della Busambra e decine di specie di orchidee. Percorrendo i numerosi sentieri del bosco è possibile incontrare grandi mammiferi come daini e cinghiali. L’area è frequentata anche da molti rapaci, tra cui non si può non citare la maestosa aquila reale.
Riserva naturale orientata Capo Gallo
La riserva, situata a pochi chilometri dalla città di Palermo, si estende per quasi 600 ettari e comprende il massiccio del Monte Gallo e il promontorio di Capo Gallo, segnato da numerose grotte che nascondono veri e propri tesori. Tra le tante, citiamo la Grotta Perciata, in cui sono stati ritrovati resti fossili di elefanti nani e cervi risalenti al paleolitico superiore, e la bellissima Grotta dell’Olio, a cui si accede attraverso un arco di roccia semisommerso. La Grotta Regina si affaccia invece sulla Fossa del Gallo, a 130 metri sul livello del mare; l’ipogeo era un santuario punico, l’unico scoperto finora nel Mediterraneo. Sulle sue pareti sono presenti iscrizioni e raffigurazioni straordinarie, fra cui il disegno dettagliato di una nave da guerra cartaginese.
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