Quante specie esistono al mondo? La risposta a questa che potrebbe sembrare una semplice domanda è in realtà davvero complessa. Anzi, nella pratica, non esiste una risposta univoca. A tal proposito, basti pensare che l'incertezza su questo aspetto è tale che fino a qualche anno fa le stime delle specie biologiche presenti sul nostro pianeta variavano da tre a cento milioni.
Accusata di aver messo in dubbio l'esistenza nei database di un microbo scoperto a Frascati, la custode abiura e, per evitare il rogo, copia-incolla l’interrogazione che un deputato del PD, senatori del M5* e/o Scilipoti porteranno in Parlamento.
Anche quest'anno un nutrito gruppo di biologi e tassonomisti dell'International Institute for Species Exploration della Arizona State University ha stilato la classifica delle più importanti, interessanti e curiose specie che sono state per la prima volta rivelate alla comunità scientifica lo scorso anno: la Top 10 New Species 2013. Come sempre, i nomi delle specie sono stati diffusi il 23 maggio, anniversario della nascita di Carlo Linneo, il padre della tassonomia e della nomenclatura binomiale degli esseri viventi.
CRONACA - Quel palombo al cartoccio, così buono una volta e tanto mediocre un'altra. O gli spaghetti alle vongolo veraci, facili facili, ma non sempre eccellenti. E pure il risotto alla milanese, oggi gustoso e aromatico mentre una settimana fa era quasi insapore. Che succede? Cucinate a singhiozzo, a volte da chef stellato, altre che neanche alla mensa aziendale? Niente paura, non è detto che sia colpa vostra: può darsi che siano le materie prime a difettare di qualità. Che il palombo comprato non sia sempre palombo, ma magari un pesce meno pregiato. Che di verace le vongole abbiano ben poco e che la bustina di zafferano talvolta contenga anche altro, per esempio della curcuma. Inquietante, vero? Sapere che nel piatto potrebbe non esserci quello che pensavamo di averci messo.
Per fortuna, oggi si sta diffondendo sempre più uno strumento molecolare che permette di fare rapide verifiche sui prodotti alimentari (e non solo), riducendo il rischio di frodi. È il DNA barcoding