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Ötzi, la mostra che emoziona

NOTIZIE - Dopo aver chiacchierato con Andreas Putzer mi è venuta una gran voglia di andare a vedere Ötzi alla mostra che si è aperta il 1 marzo al Museo Archeologico dell’ Alto Adige di Bolzano. Si chiama “Life. Science. Fiction: Reality. Ötzi”, e a sentire Putzer, co-curatore dell’esposizione, la reazione emotiva del pubblico (complici probabilmente l’eccezionale stato di conservazione e la ricostruzione straordinariamente realistica dei due artisti olandesi Alfons e Adrie Kennis esposta per la prima volta in questa occasione) è intensa al punto di spingere i visitatori a scrivere al museo (e all'Università di Innsbruck) per raccontare pensieri, emozioni, scoperte. “Le persone si emozionano, si identificano, e sono anche incuriosite dalle circostanze misteriose della morte di Otzi,” ci spiega Putzer. Il nome della mostra è piuttosto esaustivo, e rende l’idea di cosa vi si può trovare. “Il nome così complesso,” racconta Putzer, “deriva dalla sua organizzazione. È una mostra complessa, ma abbiamo dato la possibilità ai visitatori di scegliere con quale profondità approcciarla, privilegiando una parte piuttosto che un’altra.”

L’elefante nella nuvola, il batterio nel meteorite

NOTIZIE - “The Journal of Cosmology”. Parliamone. Una pubblicazione (peeer-review, dicono loro, ma chi revisiona i revisori?) apparentemente senza capo ne coda (segnalo questo interessante post su Wired che rende l’idea di cosa stiamo parlano) che a dispetto del nome pubblica in questo caso un articolo di esobiolgia (e non di cosmologia). Ora, viene da pensare che se realmente la scoperta fosse genuina e sicura, un risultato di questa portata sarebbe stato pubblicato in pompa magna su Nature o Science: “scoperti batteri di origine extraterrestre su un meteorite”. E invece no, science e Nature tacciono. Come tanti altri giornali di riferimento per la comunità scientifica internazionale.

4 nuovi zombificatori

NOTIZIE - 4 nuove specie di fungo "zombificante" (ve lo ricordate?) sono state identificate per la prima volta e classificate da Harry Evans, dell’Università di Viçosa nella regione di Minas Gerais in Brasile, (e colleghi). È il primo caso in cui viene usata una rivista online (PLoS One) per la pubblicazione di nuovi nomi di specie in micologia. I nuovi nomi sono stati registrati nell'Index Fungorum, un enorme database internazionale che vuole raccogliere tutti i nomi scientifici nel “regno dei funghi”. La quattro specie di fungo killer (appartenenti al gruppo Cordyceps, le cui spore fanno letteralmente impazzire le formiche provocandone la morte in un luogo esposto – successivamente il corpo del fungo cresce sul cadavere in maniera piuttosto grottesca) sono state individuate nella foresta pluviale atlantica amazzonica, un ambiente complesso e uno dei più degradati dell’intero pianeta.

Origini diverse per particelle diverse

NOTIZIE - I nuclei di elio e i nuclei di idrogeno ad alta energia sono prodotti probabilmente da fenomeni diversi: le supernova di stelle molto massisse, nel primo caso, e le supernove di stelle più piccole nel secondo.

Napolitano al CERN

NOTIZIE - Il presidente della Repubblica sarà a Ginevra venerdì prossimo 4 marzo, per una visita alle Nazioni Unite e al CERN dove incontrerà i tanti italiani che lavorano lì e che hanno ruoli di grande responsabilità.

Sorridi giaguaro, sei su Candid Camera

NOTIZIE - Uno degli strumenti usati dai biologi per monitorare la biodiversità negli ambienti naturali sono le “motion triggered camera traps”, delle telecamere mimetizzate nell’ambiente naturale che si attivano nel momento in cui i sensori di cui sono dotate percepiscono un movimento (presumibilmente imputabile a un animale. Grazie a questi dispositivi i biologi possono avere un’idea delle specie che frequentano un’area, dei loro comportamenti e dello stato di salute, il tutto senza essere troppo intrusivi nei confronti dell’ambiente. L’istituto Smithsonian (un’organizzazione enorme, che fa ricerca ed educazione e che comprende un complesso museale senza pari – 19 musei, uno zoo e un gran numero di musei affiliati in tutti gli Sati Uniti ma non solo) ha da pochissimo messo a disposizione un enorme database di immagini e video (più di 200.00 “pezzi”) raccolti proprio da queste telecamere, per offrire al pubblico una panoramica della ricerca sulla biodiversità, oltre che delle splendi immagini (o almeno interessanti da punto di vista naturalistico) in cui sono ritratte molte specie rarissime, come per esempio il giaguaro del Perù, il leopardo della neve cinese, e molto altro.

Un’app per diagnosticare il cancro

NOTIZIE - Di recente sono passata dal mio solito telefono celulare “modello primitivo” (in grado cioè di telefonare e mandare sms, e BASTA) a un iPhone, e irrimediabilmente diventata subito app-maniaca. Pera che con queste app ci si possa fare quasi tutto (a parte mangiare e un paio di altre cose che non nomino qui). Talmente tutto che un team di scienziati della Harvard Medical School e del Massachusetts General Hospital ha creato un’applicazione per smartphone in grado di diagnosticare in tempi rapidi e con grande accuratezza il cancro
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