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Due tartarughe nel Golfo di Trieste

La tartaruga Sissi al WWF di Miramare (Trieste) (cortesia Sara Famiani, Area Marina Protetta di Miramare)
La tartaruga Sissi al WWF di Miramare (Trieste) (cortesia Sara Famiani, Area Marina Protetta di Miramare)

La prima si chiama Sissi ed è una giovanissima tartaruga recuperata in cattive condizioni a metà luglio, la seconda si chiama Mamola ed è stata raccolta dalla Protezione civile il 25 agosto. Entrambe sono assistite e curate dagli esperti del Centro Recupero Tartarughe attivo presso l’Area Marina Protetta di Miramare gestita dal WWF.

La storia di Sissi sta per concludersi felicemente: sabato 5 settembre sarà infatti rimessa in libertà nelle acque del Golfo di Trieste con una specie di festa a cui parteciperanno bambini e adulti amanti della natura e i Vigili del Fuoco che, su segnalazione dei bagnanti, l’hanno recuperata.
Sissi è un esemplare di circa due anni della specie Caretta caretta che normalmente vive fino a 50 anni. È lunga appena 22 centimetri e larga 19, e del peso di circa un chilo. Al momento del recupero il carapace e il resto del corpo era infestato da piccoli crostacei e sembrava stordita. Così invece di liberarla rapidamente si è preferito tenerla sotto controllo per un periodo di cure.
È passato un mese e mezzo e ora Sissi, con il carapace ripulito dai crostacei e più solido grazie agli integratori di calcio che le sono stati somministrati, è nuovamente in forze e in grado di prendere il largo per continuare in autonomia la sua lunga vita.
Pochi giorni fa, il 25 agosto, la Protezione civile di Grado ha recuperato Mamola, che in dialetto gradese significa “ragazza”, ora in convalescenza in una grande vasca dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica  Sperimentale (OGS). Se ne prendono cura il veterinario Paolo Zucca e gli esperti del Centro Recupero Tartarughe. Mamola, un esemplare adulto della specie Caretta caretta, aveva un amo infilzato nella bocca, che le è stato asportato con un intervento chirurgico. Le sono stati poi somministrati antibiotici ed è stata liberata dai crostacei che avevano colonizzato il carapace.
Per molti giorni dopo l’intervento, Mamola rifiutava il cibo, ma ieri, 2 settembre, Mamola ha finalmente accettato le sardine, e ha fatto sfoggio di un appetito degno della sua mole! Da quando nuota nella vasca dell’OGS, le sue condizioni continuano a migliorare e riesce perfino a fare qualche pinneggiata. Ovviamente ha conquistato l’attenzione di tutti i ricercatori, che provvedono a cambiarle regolarmente l’acqua ogni mattina e a tenerla d’occhio tra una visita e l’atra dello staff WWF.
Se le sue condizioni continuano a migliorare, la sua convalescenza sarà molto breve: il tempo necessario a concludere la somministrazione di antibiotico e ad assicurarsi che i punti siano stati almeno parzialmente riassorbiti. Mamola è un animale adulto, sostanzialmente sano, abituato a nuotare nella acque del Mediterraneo: per studiarne il comportamento, d’accordo con il Programma Tartarughe del WWF Italia, Mamola verrà inanellata prima di essere liberata.
Gli esperti del WWF ci tengono a dire a tutti che la sopravvivenza di questa specie così come quella delle altre specie di tartarughe di mare, delfini e mammiferi marini è affidata alla sensibilità e impegno di tutti. Pertanto si invita, nel caso di avvistamento di individui in difficoltà, a segnalarlii tempestivamente alle Aree marine più vicine, ai Vigili del fuoco, alla Protezione civile o alla Guardia Costiera locale.

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