AMBIENTE – Le estinzioni delle specie non sono una novità per il nostro Pianeta. Negli ultimi 500-450 milioni di anni si sono verificate cinque estinzioni di massa, che hanno causato la scomparsa di un gran numero di specie viventi. Oggi, ci stiamo avvicinando a una sesta estinzione: mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci stanno scomparendo con un tasso da 10 a 1.000 volte superiore a quello naturale. A tracciare il pesante bilancio è il primo rapporto sulla biodiversità realizzato dal Wwf Italia.
Su oltre 71mila specie considerate dalla World Conservation Union (IUCN), l’ente che da anni controlla lo stato delle specie minacciate, più di 21mila sono a rischio di estinzione. Ad avere la peggio sono le popolazioni di vertebrati diminuite di un terzo negli ultimi 40 anni.
E i responsabili di questa situazione siamo noi. La nostra impronta fisica sul Pianeta ha ormai raggiunto il 50% delle terre emerse: abbiamo trasformato gli ambienti naturali per le pratiche agricole, l’allevamento e lo sviluppo di insediamenti urbani e industriali, contribuendo, tra l’altro, all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Il tutto in poco tempo: solo tre secoli fa, nel 1700, più del 50% della biosfera si trovava in condizioni selvatiche e il 45% in uno stato seminaturale. Oggi le percentuali sono scese, rispettivamente, al 25% e al 20%.
Anche nel nostro Paese, in cui ci sono oltre il 30% delle specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali presenti in Europa, sono a rischio di estinzione il 31% dei vertebrati e il 45% delle piante.