Nonostante le dichiarazioni favorevoli alla riduzione delle emissioni di gas serra, i paesi del G20 sono lontani dal raggiungere gli obiettivi ritenuti fondamentale per evitare un pericoloso ulteriore aumento della temperatura globale. Un colpo di scena arriva però oggi dall’India
IL CORRIERE DELLA SERRA – Proprio qualche giorno prima dell’apertura del congresso delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Copenhagen, nuove ricerche sottolineano l’importanza di un accordo sulla riduzione delle emissioni. Gli economisti e gli esperti del clima del PricewaterhouseCoopers, infatti, hanno appena pubblicato un rapporto che evidenzia la necessità di cambiare strada.
Gli autori dello studio hanno calcolato il global carbon budget di questa metà di questo secolo, ovvero la quantità massima di emissioni di anidride carbonica da rilasciare in atmosfera tra il 2000 e il 2050 per non superare un aumento di temperatura di 2 C (confrontato con i livelli pre-industriali), soglia climatica definita pericolosa dall’Unione Europea. I risultati della ricerca mostrano però come i consumi effettuati prima il 2008 abbiano già portato il mondo fuori la strada. I paesi del G20, che da soli contribuiscono per l’80% al totale delle emissioni, dovranno tagliare la cosiddetta “intensità carbonica” – un parametro di valutazione dell’inquinamento calcolato in base alle emissioni di anidride carbonica per ogni unità di Pil – del 35% prima del 2020. In altre parole bisognerò quadruplicare gli sforzi fatti dal 2000 al 2008.
John Hawksworth, responsabile del gruppo di macroeconomia del PwC ha dichiarato: “A dispetto del consenso largamente condiviso sulla necessità di “decarbonizzare”, fino ad ora sono stati fatti pochi cambiamenti per vivere all’interno delle stime della quantità di emissioni emissione che abbiamo a disposizione. Se il mondo resta su questa strada prima sedici anni prima del previsto, già nel 2043, avremo consumato tutto il budget di inquinamento che abbiamo a disposizione”.
Buone notizie arrivano però dall’Est. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, l’India, uno dei maggiori produttori di gas serra, avrebbe annunciato di essere pronta a ridurre le sue emissioni di anidride carbonica.
Il Ministro dell’Ambiente indiano Jairam Ramesh avrebbe infatti dichiarato pubblicamente l’intenzione di tagliare del 24% entro il 2020 l’insensità carbonica. Per il 2030 la riduzione sarebbe del 37% rispetto i livelli del 2005. Migliorando l’efficienza energetica del suo sistema di produzione, l’India potrebbe così legare la sua crescita economica a energie pulite riducendone la dipendenza dai carboni fossili.
Che arrivi proprio dai paesi dall’economia emergente una risposta concreta ai cambiamenti climatici?