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Largo ai lavori verdi

Sono sempre più gettonate le figure professionali ecosostenibili. Quali sono? Quanto si guadagna? Dove specializzarsi? Risponde la “Guida ai green jobs”

ECONOMIA – È l’ambiente il business del futuro. Il motore che spingerà la rivoluzione industriale prossima ventura (sostenibile, ovviamente). Se ad affermarlo arriva il Fondo monetario internazionale, c’è da scommetterci: la “green economy” – come è stata soprannominata la svolta verde dei sistemi produttivi – è  la strada maestra per superare la crisi economica, nonché ambientale, del pianeta. Tradotto: si profilano nuovi posti di lavoro. E avanzano figure professionali specializzate. In tutti i settori. Dalle energie rinnovabili all’edilizia, dai trasporti all’agricoltura, dalla moda alla comunicazione, dal turismo alla finanza, dalla cucina alla gestione dei rifiuti. Un buon punto di partenza per cavalcare l’onda è la “Guida ai green jobs” (Edizioni Ambiente), scritto da due giornalisti che si occupano di temi ambientali, Marco Gisotti, direttore del mensile Modus Vivendi, e Tessa Gelisio, conduttrice di Pianeta Mare su Rete 4. Il libro analizza le reali opportunità occupazionali in Italia, le inquadra nel contesto internazionale, indica i percorsi formativi e le prospettive di sviluppo di 21 settori strategici della green economy, interpellando in ogni ambito un imprenditore o professionista che ha fatto della sostenibilità la chiave del proprio successo.

Tra i cento mestieri illustrati nella guida, compaiono figure “trendy” come l’ecochef, un cuoco che studia menù a base di ingredienti provenienti da coltivazioni locali e bio; l’ecoparrucchiere che crea acconciature limitando il consumo di acqua ed energia; l’ecocool hunter, una sorta di sociologo a caccia delle nuove tendenze ecologiche; lo stilista sostenibile che coniuga la moda con la scelta di tessuti ecologici. Ma in molti casi si tratta di profili professionali tradizionali inseriti in contesti nuovi o arricchiti da nuove competenze. Per esempio, si può fare un lavoro verde costruendo automobili, come Gaetano di Gioia, presidente di MicroVett, azienda specializzata nella produzione di veicoli elettrici. O progettando costruzioni, come l’ecoarchitetto Massimiliano Fuksas. O offrendo consulenze legali alle aziende che si convertono, come l’avvocato ambientale Paola Ficco, docente all’Università La Sapienza di Roma. Il panorama è vario e non esclude quasi nessun mestiere, dal giornalista al carabiniere, dall’ingegnere addetto alle bonifiche all’installatore di pannelli fotovoltaici, all’esperto di riciclo fino al produttore di infissi e isolanti.

Quali sono i numeri di questo mercato? Secondo l’analisi dei due autori, i lavori verdi impiegano oggi tra gli 850.000 e i 950.000 italiani, cifra che salirà a 1,5 milioni in dieci anni. In Europa i green job danno uno stipendio a 3,4 milioni di lavoratori. Per chi è interessato, in Italia c’è anche un portale dedicato alla ricerca del lavoro verde, pensato per facilitare l’incontro tra domanda e offerta: Green-job.it.

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