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COP15, le ultime ore

Copenaghen è congestionata dalle misure di sicurezza e dalle basse temperature. Al Bella Centre Obama ha parlato.“Siamo qui per agire non per parlare” ha detto. È deciso ma non convince. Spinge per la stipula di un accordo, anche se impreciso, ma su come intervenire per bloccare il riscaldamento del pianeta i punti del suo discorso sono ancora troppo vaghi, così come le misure suggerite dalla bozza di accordo

Nel documento che circola da questa mattina tra capi di Stato e di governo al COP15 si dichiara l’obiettivo di 2 C come limite al riscaldamento globale, ed è riconosciuto e l’impatto negativo sui paesi particolarmente vulnerabili. Ma, contrariamente a quanto Obama ha affermato, queste sono ancora parole, non fatti, e tra i 13 punti della bozza, i target di riduzione della CO2 al 2020 rispetto ai livelli del 1990 e del 2005 sono ancora delle “x” e “y” da definire.

Ai paesi in via di sviluppo viene chiesto di attuare delle azioni di mitigazione da definire in base alle loro specifiche nazionali e ogni due anni dovranno elaborare un rapporto sui risultati degli interventi. I paesi sviluppati dovranno fornire risorse nuove e un finanziamento di 30 miliardi di dollari per il periodo 2010-12 per supportare i paesi particolarmente vulnerabili. I firmatari dell’accordo dovranno inoltre supportare gli obiettivi con un fondo da 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020. Insomma, cifre deboli e date lontane, se si considera che che i numeri stimati per fronteggiare l’adeguamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici variano tra i 50 e 200 miliardi di dollari l’anno da stanziare da ora.

Il 2016 è la data per la revisione e l’implementazione delle decisioni di Copenaghen. Questa l’ultima data possibile per l’adozione di uno o più strumenti legali aggiuntivi. Intanto si prevede a Città del Messico per il 2010 Cop16, la prossima conferenza delle nazioni Unite. Al centro congressi di Copenhagen ci sarà ancora da lavorare questa sera nella speranza di arrivare a un documento ufficiale che chiuda la conferenza. Intanto l’obiettivo “giustizia climatica” sembra allontanarsi ancora.

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